CORLEONE – C’è stato un po’ di brusìo a Corleone, in provincia di Palermo, in occasione dei funerali di Stato di Placido Rizzotto, nella Chiesa Matrice di San Martino. Responsabile l’arcivescovo di Palermo, Salvatore di Cristina, che nel corso dell’omelia, per ben due volte ha sbagliato a pronunciare il nome del sindacalista ucciso dalla mafia nel il 10 marzo 1948: lo ha storpiato in Placido Rizzuto anziché Rizzotto e subito la platea ha cominciato a mormorare.
Una gaffe che però non ha sminuito un momento emblematico della lotta alla mafia come quello celebrato oggi, alla presenza del Capo dello Stato: il primo funerale di Stato celebrato a così tanto tempo di distanza. Dopo 64 anni Rizzotto è stato ricordato come socialista, segretario della Camera del lavoro, caporale prima e poi sergente, combattente in Carnia, quindi partigiano antifascista, antesignano dell’antimafia e spalla dei braccianti nella lotta ai latifondisti, scomparso il 10 marzo 1948 da Corleone. Ucciso dalla mafia. Aveva 34 anni, i capelli neri lisciati con la brillantina ai lati del capo, con la riga al centro, ed era sempre elegante anche quando non indossava la giacca e la cravatta, dice chi lo ha conosciuto.
