
Gemitaiz insulta la polizia dopo la festa dell'Inter a Milano, la replica: "Chi difende la nostra categoria?" (Foto d'archivio Ansa)
Gemitaiz insulta la Polizia dopo la festa dell’Inter a Milano. Festa Scudetto durante la quale molte persone si sono riversate in centro, ignorando i protocolli anti Covid. Il rapper romano, sui social, ha insultato i poliziotti, accusandoli di non essere intervenuti contro i tifosi.
La risposta della Polizia non si è fatta attendere. I sindacati degli agenti hanno chiesto rispetto e anche protezione da parte della legge. Infatti, provocatoriamente ma non troppo, chiedono che nel Ddl Zan venga inserito anche qualche tutela a difesa dei diritti dei poliziotti, costantemente presi di mira a parole e non solo.
Gemitaiz insulta la Polizia dopo la festa Scudetto dell’Inter
Ecco cosa ha detto Gemitaiz in una lunga diretta sui social: “Quando a manifestare in strada ci sono duemila ragazzi e ragazze, che magari cercano di far valere i propri diritti, ci vuole poco a scendere con i manganelli, i lacrimogeni, a sfollarli, a pestarli di botte, vero? Coi tifosi no?”.
“Quando trovate trenta mila tifosi di calcio c’avete paura eh. Vi ca*ate sotto anda’ lì coi manganelli e i lacrimogeni? Perché vi pistano di botte, perché sono quattro volte il numero vostro e sono pure incazzati neri più di voi”.
“Questa è la polizia: fate schifo al cazzo. ACAB. Ci vuole poco a dare una manganellata in testa a una ragazza di 18 anni che corre, giusto? Però per pistare gli ultras fomentati forse ci devi avere le palle, ma soprattutto in entrambi i casi è sbagliato. Però alle manifestazioni si può fare. Coi 16enni e i 17enni va bene?”.
I sindacati di Polizia chiedono maggiore tutela, anche nel Ddl Zan
Valter Mazzetti, Segretario Generale Fsp Polizia di Stato, ha risposto così al rapper: “Non vogliamo perdere tempo più del dovuto a commentare le parole del rapper che, in quello che sembra un banale delirio per procacciarsi qualche like, ha avuto questa trovata non particolarmente originale di infierire sugli operatori delle forze dell’ordine per non aver fermato i festeggiamenti in piazza Duomo per lo scudetto conquistato dell’Inter.
Più di qualche altro ‘esperto’ di politiche della sicurezza interna, prima di lui, si è già esibito in trattati di valutazione dell’operato delle Forze dell’ordine senza avere la benché minima idea di cosa possa trattarsi. Il tutto mentre noi assistiamo ai ‘processi sociologici’ dove una parte ci accusa di essere dei vili torturatori, violenti e prepotenti, e l’altra dell’esatto contrario, di essere vili codardi che si girano dall’altra parte e lasciano che venga violata la legge. E’ abbastanza rivoltante ma è la cruda realtà, per ‘massacrare’ donne e uomini in divisa c’è sempre un motivo, e pure se non ci fosse va bene lo stesso”.
“Una cosa è certa – aggiunge Mazzetti -, non ci abitueremo mai alla virulenza degli attacchi che da una parte e dall’altra, indiscriminatamente, subisce chi veste l’uniforme. Tanto che in questo momento storico in cui tanta attenzione è dedicata al Ddl Zan, vorremmo che fra le sue giuste previsioni ce ne fosse anche una diretta a punire chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione o violenza per motivi fondati sulla particolare tipologia di lavoro svolto dalla vittima.
Quello delle forze dell’ordine è un lavoro che si contraddistingue per la sua specificità, concetto che include certamente, purtroppo, la denigrazione, la critica violenta, l’offesa gratuita, l’aggressione verbale e fisica continua, per il solo fatto di indossare una divisa. Ma non è più tollerabile ascoltare frasi palesemente discriminatorie tipo ‘poliziotti di m…’”.
