Ieri Carlo Giovanardi aveva affermato che «Stefano Cucchi era morto perché drogato e anoressico», oggi il sottosegretario alla presidenza del Consiglio confessa a sorpresa che l’avvocato della famiglia della vittima gli ha «dato ragione».
Colpo di scena nella querelle tra i familiari del giovane morto dopo l’arresto e l’esponente del Pdl: «Questa mattina, in un colloquio telefonico- ha rivelato Giovanardi – ho avuto la piena adesione dei legali della famiglia Cucchi. L’avvocato ha detto di essere perfettamente d’accordo con me, con l’analisi che ho fatto della situazione. Io ho messo il dito nella piaga».
«Mi sono chiesto – ha ribadito Giovanardi – com’é possibile che una persona fragile, malata, in cinque giorni di ricovero ospedaliero abbia perso sette chili e sia stata lasciata morire, senza dargli da mangiare e da bere, prendendo per buone le volontà di una persona segnata da anoressia, tossicodipendenza, crisi di epilessia».
Quindi l’accusa ai sanitari che lo hanno avuto in cura: «I medici dovevano intervenire e dovevano salvarlo, non ridurlo nello stato che abbiamo visto dalle fotografie. Quando il giovane è stato ricoverato non era in condizioni critiche di fine vita, era in condizioni problematiche perché la droga aveva segnato la sua vita. E lì non lo hanno curato, questa è una cosa gravissima».
Per questo motivo Giovanardi si dice meravigliato «che quelli che hanno polemizzato con me non sottolineino questo fatto. Vorrei capire cosa c’é di scandaloso in quello che ho denunciato, solidarizzando con la famiglia».