
TREVISO – Fuga in Turchia per amore o in Siria per combattere con l‘Isis? Se la prima è la tesi sostenuta anche dai suoi familiari, la Digos pensa invece che Sonia Khedhiri, tunisina di 21 anni con passaporto italiano, possa essere andata a imbracciare le armi con gli jihadisti.
La ragazza è scomparsa nel 2015 da Fonte, il paese della provincia di Treviso in cui abitava con il padre, operaio magazziniere da trent’anni in Italia. Sonia aveva deciso di seguire la madre, rientrata in Tunisia, ma poco dopo aveva conosciuto un giovane di 25 anni e aveva detto di volerlo sposare e di volersi trasferire con lui in Turchia.
E’ a quel punto che il padre della ragazza ne denuncia la scomparsa. Poco dopo, però, Sonia fece sentire la sua voce alla famiglia, e disse loro di essere felicemente sposata a Istanbul. E che l’Isis non c’entrava nulla con la sua vita.
A far riaprire il caso è stata una telefonata fatta da una foreign fighter veneta ma di origini marocchine, Meriem Rehaily, 21 anni, che nel luglio del 2015, spiega il Gazzettino, ha lasciato Arzergrande (Padova) per raggiungere Raqqa, roccaforte dell’Isis.
Spiega il quotidiano veneto:
Nei faldoni di informative messi assieme dal Ros di Padova nell’ambito dell’inchiesta della Procura Antiterrorismo di Venezia che ha portato al rinvio a giudizio di Meriem, emerge l’intercettazione di una chiamata in cui la 21enne confida a suo padre la presenza in Siria di una seconda combattente proveniente dal Veneto: Non l’ho ancora vista, è del Veneto comunque. I carabinieri del Ros non avrebbero dubbi. Molto probabilmente si tratta appunto di Sonia Khedhiri. La 20enne comparirebbe nella lista del Viminale dei presunti combattenti italiani all’estero. E l’Antiterrorismo ha aperto una nuova inchiesta.