TREVISO – Yatch, Rolls Royce, Harley Davidson: questi i “regali” per 100 milioni di euro che Luigi Compiano, titolare della Nes, si sarebbe concesso a spese di banche, fisco e clienti. Compiano, titolare della North East Service, azienda di trasporto e custodia valori di Silea, in provincia di Treviso, è indagato con l’accusa di truffa. La Guardia di Finanza ha sequestrato ben 400 auto, una vera e propria collezione tra Ferrari e Aston Martin, 100 moto e 70 barche di lusso, tra yacht e barche a vela. Secondo le accuse Compiano si sarebbe appropriato, tra il 1994 e oggi, di quasi 100 milioni di euro.
Giusi Fasano sul Corriere della Sera spiega:
“Una fortuna messa da parte dal 1994 fino alla settimana scorsa, ipotizzano le carte dell’inchiesta per appropriazione indebita aperta dal procuratore Michele Dalla Costa. Quasi vent’anni di «prelievi» dei quali nessuno si è accorto perché i milioni sottratti a qualcuno venivano coperti con l’equivalente sottratto a qualcun altro”.
Tutto bene per Compino fino a quando due banche hanno chiesto i propri soldi indietro:
“Quelle che hanno fatto scoppiare lo scandalo sono di martedì scorso: Veneto Banca e Intesa San Paolo hanno chiesto di riavere i loro depositi cash (ufficialmente 23 milioni, secondo indiscrezioni circa 40) ma nel caveau non hanno trovato che 29 assegni firmati da Compiano a titolo di garanzia”.
Massimo Schiavon, che alla Nes si occupava di rendiconti e che è finito tra gli indagati, spiega al Corriere della Sera:
“«Lui faceva così. Compiano mi diceva: tu dammi i soldi che io li rimetto in cassa più avanti. E io che dovevo fare?». È proprio lui a rivelare che «il capo» ordinava quegli strani prelievi, dando in cambio la garanzia di assegni firmati da lui stesso, a partire dal 1994”.
Ora la Finanza analizza tutti i conti e i soldi affidati negli ultimi 20 anni a Compiano da banche e supermercati:
“Alcuni investigatori fanno stime di ammanchi che ammonterebbero a 60-70 milioni, ai quali sarebbero da aggiungere 27 milioni di debito con il fisco per l’Iva non versata e 17 milioni di debiti con i fornitori per servizi non pagati. Una cifra enorme che, se verrà confermata a indagini chiuse, sarà difficile recuperare e restituire. Non a caso il procuratore Dalla Costa facendo i primi conti con quello che è riuscito a sequestrare finora dice che «anche volendo mandare all’asta ogni mezzo e immobile, il ricavato non sarebbe sufficiente a coprire il buco già accertato»”.