RIMINI – Un caso di ''lupara bianca'' degli anni Ottanta a Rimini torna a far parlare in seguito ad una lettera anonima. La lettera e' arrivata circa due mesi fa con la normale posta indirizzata al Questore di Rimini, Oreste Capocasa. Nella missiva, l'anonimo mittente confessava l'omicidio di Arcangelo Romano, vittima di ''lupara bianca'' nella guerra tra bande scoppiata negli Ottanta per il controllo delle bische clandestine in Romagna. Nella lettera, il mittente spiega di non essere un millantatore ma colui che ha ucciso, le modalita' dell'esecuzione e dove trovare il cadavere fatto sparire nel 1983.
Per quell'assassinio, fu arrestato Domenico Sacca', 59enne residente a Rimini e tutt'ora agli arresti domiciliari per quei fatti di cui si e' detto sempre innocente. ''La lettera e' stata da me consegnata subito alla Squadra Mobile – ha detto Capocasa – ora spetta alla magistratura decidere sul caso''. La squadra mobile di Rimini ha gia' messo al corrente la magistratura e il sostituto procuratore, Marino Cerioni, che segue il caso.
Alla Procura, la Questura ha fatto presente tutte le indagini fatte all'epoca della scomparsa indicando inoltre alla Procura quello che potrebbe essere il sito, una vasta zona del Rimini, a cui fa riferimento la lettera. Non si escludono pero' nei prossimi giorni nuovi sopralluoghi.
''Verifiche e approfondimenti, in linea generale, vanno sempre fatti – ha spiegato il capo della Procura della Repubblica di Rimini, Paolo Giovagnoli -, anche in presenza di una lettera anonima. Va pero' fatta una riflessione: se qualcuno vuole davvero confessare un omicidio lo fa con nome e cognome''.
