
ROMA – “Mio figlio in carcere è stato massacrato di botte, queste foto parlano chiaro” dice, intervistata dal Fatto Quotidiano, Maria Ciuffi, madre di Marcello Lonzi, il detenuto 29enne morto nel 2003 all’interno del carcere Le Sughere di Livorno, morto ufficialmente per arresto cardiaco. Decesso per infarto anche secondo le inchieste giudiziarie del 2004 e del 2010, entrambe archiviate.
“A seguito di un pestaggio” invece secondo la madre 62enne che ha mostrato stamani davanti a Montecitorio tre grandi foto del corpo del figlio, un cadavere su cui si possono vedere ferite, lividi e sangue. Un caso che ricorda per molti aspetti quello di Stefano Cucchi.
Marcello Lonzi, arrestato per tentato furto, era entrato in carcere il 1 marzo 2003 e doveva scontare una condanna di 9 mesi: dopo quattro mesi fu però trovato morto in cella.
“Voglio scuotere le coscienze di politici e cittadini – dice Maria Ciuffi – e poi spero che i media nazionali tornino a parlare del caso: in questi 11 anni se ne sono occupati solo il Maurizio Costanzo show e Studio Aperto”. E poi aggiunge: “Sul corpo privo di vita di Marcello sono stati ritrovati due buchi in testa e otto costole rotte. Per non parlare del polso sinistro, dello sterno e della mandibola fratturati: come si può parlare d’infarto?”
Nel 2013 Maria Ciuffi ha presentato un nuovo ricorso: “La paura più grande – ha ribadito stamani – è che il caso venga nuovamente archiviato. È la prima volta che vengo a Roma, all’epoca scrissi al presidente della Repubblica senza ottenere risposta”.
