BRINDISI – L’inchiesta sull’attentato di Brindisi รจ passata interamente alla Direzione distrettuale Antimafia di Lecce. Probabilmente, ipotizza Libero, non sono piaciute in ambienti giudiziari le dichiarazioni di Marco Dinapoli, pm di Brindisi.
Ecco quali sarebbero stati, ipotizza Libero, alcuni degli elementi che avrebbero pesato nella decisione di spostare l’inchiesta a Lecce: La figuraccia sul 47enne sospettato che torna a casa dopo un giorno di interrogatori, la conferenza stampa durante la quale Dinapoli aveva parlato di gesto isolato e aveva rivelato l’esistenza di un video. Il 21 maggio infatti, due giorni dopo l’esplosione, in cui ha perso la vita la sedicenne Melissa Bassi, erano girate notizie sul riconoscimento dell’ipotetico attentatore. Lo stesso Dinapoli, in conferenza stampa, aveva detto che l’uomo era stato individuato grazie a un video.
Ufficialmente, comunque, l’inchiesta รจ passata interamente nelle mani di Lecce per questioni “tecniche”. Infatti Cataldo Motta della Dda di Lecce ha cambiato il reato ipotizzato da “strage” a “strage aggravata dalla finalitร di terrorismo” (articolo 270 sexies del codice penale).