VIBO VALENTIA – Maria Chindamo, si indaga nell’ambito privato. Nelle sue relazioni, nel suo passato, perché una cosa gli inquirenti vogliono escludere: la ‘ndrangheta non c’entra. La donna è scomparsa il 5 maggio dal territorio di Nicotera, Vibo Valentia, proprio quando ricorreva il primo anniversario del suicidio dell’ex marito Ferdinando dal quale si era appena separata.
Controlli sono stati effettuati dai carabinieri in abitazioni ed aziende agricole in una vasta area del vibonese e nella zona di Laureana di Borrello, il centro del reggino in cui Maria Chindamo risiedeva con i tre figli. L’anniversario è ovviamente un particolare che viene tenuto in considerazione da investigatori e inquirenti. Il suicidio potrebbe essere collegato in qualche modo, secondo un’ipotesi investigativa, al sequestro ed al possibile assassinio dell’imprenditrice.
Spiega Il Corriere della Sera:
Il piano per rapire Maria Chindamo è stato preparato nei dettagli. I sequestratori l’hanno attesa davanti al cancello dell’azienda. Sapevano dell’appuntamento che la donna aveva con alcuni operai che dovevano svolgere dei lavori. La donna, forse conosceva i suoi sequestratori, tanto da non insospettirsi di nulla, vedendoli davanti al cancello della sua azienda. Ha fatto in tempo solo ad aprire la portiera del Suv, prima di essere aggredita, forse da tre uomini. Maria Chindamo è stata ferita o si è ferita nel tentativo di divincolarsi. Tracce di sangue della donna sono state rilevate all’interno del Suv e sulle pareti del muro di cinta dell’azienda.