ROMA – Il flusso di migranti verso l’Italia non si ferma. Altri 20mila sono in arrivo e il Viminale lancia l’allarme e inizia a studiare i piani di accoglienza. Tra le ipotesi quella di allestire gli ex carceri per accogliere i profughi o di attrezzare le aree industriali non utilizzate.
Vladimiro Polchi su Repubblica scrive che dall’inizio del 2015 sulle coste italiane sono sbarcati oltre 111mila migranti e fino a quando il tempo sarà bello continueranno ad arrivare, ma il sistema di accoglienza è già al limite:
“attualmente ospita 93.608 profughi, tra centri governativi e strutture temporanee regionali. Le regioni sostengono il carico maggiore con ben 64.224 migranti ospitati sul loro territorio. Le più investite sono la Sicilia (che accoglie il 16% dei migranti), la Lombardia (13%), il Lazio (9%), la Campania (8%), il Piemonte (7%) e il Veneto (7%). Ma ciò che allarma maggiormente è la tendenza degli ultimi giorni. «Dopo i 4mila profughi soccorsi in mare pochi giorni fa — ragionano dal Viminale — si pensava che il flusso avrebbe cominciato a rallentare, invece no. Assistiamo anche oggi (ieri, ndr ) a nuove ondate di arrivi. Non solo. Aumentano le vittime e i trafficanti si fanno sempre più feroci, anche senza apparenti spiegazioni, come se avessero fretta di liberarsi del grosso del “carico” entro l’estate». In autunno infatti, col peggioramento delle condizioni atmosferiche, gli arrivi via mare solitamente rallentano. «Ma nel prossimo mese la pressione non dovrebbe alleggerirsi»”.
I flussi che maggiormente preoccupano il Viminale sono quelli dal Marocco, che solitamente non hanno diritto d’asilo e vengono rispediti indietro, e i ragazzi egiziani minorenni e non accompagnati:
“Nazionalità solitamente soggetta a espulsione. «Ma i minori sono soggetti vulnerabili, la legge ci impedisce di rimandarli indietro fino al raggiungimento della maggiore età». Di fronte a questo flusso costante di arrivi, il nostro Paese resta in attesa delle decisioni che dovrebbero essere prese la prossima settimana con riunioni a livello tecnico a Bruxelles, proprio per andare incontro alle difficoltà di Italia e Grecia. Dal Viminale esprimono poi «grande apprezzamento per la decisione presa dalla Germania di sospendere il regolamento di Dublino per i siriani in arrivo», ma sanno che ancora per un po’ dovranno farcela da soli. «Non possiamo fare sconti a nessuno, sindaci, prefetti, governatori di regione dovranno fare la loro parte, secondo il sistema delle quote approvato nel 2014».
All’orizzonte resta la possibilità di attivare immobili pubblici inutilizzati. «Non solo quelli messi a disposizione dal ministero della Difesa, come ex caserme — precisano dal ministero dell’Interno — ma anche strutture degli enti regionali, come centri di sviluppo industriale fermi o mai utilizzati». E ancora: beni confiscati alla mafia, soprattutto in Calabria. E poi, immobili di proprietà del ministero della Giustizia. Un esempio? «Potrebbe essere presto utilizzata la struttura dell’ex carcere di Morcone, in provincia di Benevento, mai entrata veramente in funzione»”.