ROMA – Occhio al bollettino metereologico, perché il grande freddo siberiano resisterà fino a metà febbraio: il prossimo week-end sarà come l’ultimo, il peggioramento è stato già segnalato, quindi neve da Torino a Roma dicono al Cnr (poi non dite che non ci hanno avvisato). A Bologna domani riaprono le scuole e gli uffici pubblici: ”Tutte le centrali termiche delle scuole – ha chiarito l’assessore bolognese – sono rimaste accese nei giorni scorsi per evitare danni alle tubature e i lavori per liberare gli accessi agli edifici sono in corso”. A Roma un altro giorno di vacanza per gli studenti mentre gli impiegati tornano al lavoro.
A proposito di riscaldamenti: a parte i numerosi casi di interruzione dei servizi di elettricità e forniture di gas, (100 mila case senza luce Lazio e Centrosud) non colpirà i cittadini l’allerta che vien dalla Russia sul taglio del 30% delle forniture di gas in concomitanza con il picco italiano dei consumi. Interruzioni ci saranno ma riguarderanno solo le imprese.
Appurato che su un orizzonte temporale di 10/15 giorni una previsione anche scientificamente accurata esprime solo una tendenza (percentuali? massimo 55% di affidabilità), quella su due o tre giorni ci prende: il flusso di aria fredda partito dalla Siberia ha trovato stabile dimora nel Belpaese. Anche il mezzogiorno d’Italia si prepari: da domani nevicate a quote pianeggianti su Campania, Molise, Basilicata e zone collinari della Puglia, sopra i 500 metri in Calabria e già da oggi piogge torrenziali in Sicilia.
Per mercoledì le cartine metereologiche mostrano il fiocco di neve fisso su tutti i quadranti. Appena rinizieranno le schiarite la colonnina di mercurio avrà un collasso: farà ancora più freddo se Dio vuole. Giovedì ci sarà giusto una pausa delle precipitazioni, nebbia in Val Padana e rovesci al Sud, ma già dalle prime ore di venerdì altra aria fredda si farà strada sul Carso. Dalle Venezie fino al Piemonte, in particolare nel cuneese e nel torinese, il nord Italia sarà flagellato da nuove tormente di neve.
L’Appennino dalla Romagna all’Abruzzo, seppellito da coltri di neve alte fino a due metri, è particolarmente sfortunato: una piccola tregua oggi ma poi la neve continuerà a cadere in abbondanza, rinnovando gli altissimi disagi sulla viabilità, per i black-out elettrici, per le valanghe. Le propaggini che si stendono verso l’Adriatico sono il primo fronte geografico investito dalla buriana dei freddi venti balcanici. A Recanati il Colle dell’Infinito di Leopardi è stato chiuso: ”Sempre caro mi fu quest’ermo colle”, il grande poeta lo scrisse contemplando i monti Sibillini dal parco del Monte Tabor. Oggi non avrebbe potuto se non a rischio di venir colpito dai rami degli alberi secolari penzolanti sotto il peso della neve. Ad Ancona, per liberare le frazioni isolate dalla neve da stamani si è mosso l’Esercito.
Più giù, a Melfi, la produzione agli stabilimenti Fiat è stata interrotta del tutto, si spera che riprenda domani. Quindi, per ricapitolare: tra martedì e mercoledì ritorna la neve non solo al Settentrione, giovedì piccola tregua, e da venerdì si ricomincia da capo. Manca la certezza, ma è altamente probabile. Torino già in mezzo alla settimana vedrà aggiungersi altri 5-10 centimetri di neve, Bologna idem, Roma nel week-end sarà di nuovo imbiancata. Come si dice, uomo avvisato mezzo salvato.