Due giorni fa tutti media avevano riportato le sue parole rivolte ai giovani: il posto fisso non è tutto, l’importante è avere fede. Parole che, ovviamente, aveva fatto drittare capelli a milioni di giovani precari. Oggi, durante l’Angelus, il Papa fa capire di non aver gradito la lettura di quel suo messaggio e dice: “Se non la Chiesa, chi oggi propone ai giovani di essere radicati e saldi? Piuttosto si esalta l’incertezza, la mobilità, la volubilità. Tutti aspetti che riflettono una cultura indecisa riguardo ai valori di fondo, ai principi in base ai quali orientare e regolare la propria vita”.
“In realtà – aggiunge Benedetto XVI – io stesso, per la mia esperienza e per i contatti che ho con i giovani, so bene che ogni generazione, anzi, ogni singola persona è chiamata a fare nuovamente il percorso di scoperta del senso della vita. Ed è proprio per questo che ho voluto riproporre un messaggio che, secondo lo stile biblico, evoca le immagini dell’albero e della casa”. Secondo il Papa, “il giovane, infatti, è come un albero in crescita: per svilupparsi bene ha bisogno di radici profonde, che, in caso di tempeste di vento, lo tengano ben piantato al suolo”.
E proprio futuro dei giovani, ingiustizie sociali e crisi occupazionale sono stati i temi al centro della Preghiera dei fedeli alla messa celebrata dal Papa a Carpineto Romano: “Per il nostro Paese che sembra incapace di formare alla vita, specialmente le giovani generazioni”, “per il mondo di oggi, segnato come ai tempi di Leone XIII da nuove e stridenti ingiustizie sociali ed economiche”. Si è pregato poi “per la difficile situazione occupazionale che attraversa la Ciociaria, perché i responsabili della cosa pubblica e delle imprese sappiano trovare soluzioni adeguate sempre nella dignità della persona”. Infine, si è pregato per le vocazioni e per il Papa.