
TREVISO – Un bus arriva nella notte tra venerdì 18 e sabato 19 novembre a Quinto di Treviso con circa 15 profughi a bordo. A respingere l’arrivo dei migranti un gruppo di cittadini guidati dal sindaco Mauro Dal Zilio, infuriato perché la Prefettura non lo aveva informato della decisione di trasferire le persone nella città .
Mauro Favaro sul quotidiano Il Gazzettino scrive che il sindaco e altri cittadini hanno fatto un picchetto davanti alla Domus Nostra, una struttura privata gestita dalle suore che ospita già otto donne richiedenti asilo e tre bambini:
“L’autista aveva il compito di far scendere lì altri profughi. Ma ha trovato i cancelli chiusi. Così si è messo ad attendere in strada, sotto la pioggia, con le quattro frecce accese, proprio davanti alla sede della Lega di via Ciardi. E’ qui che all’1.15 l’hanno incrociato Dal Zilio e Fulvio Pettenà , storico ex presidente del consiglio della Provincia. «Mi ha detto che doveva lasciare giù altri profughi che aveva caricato a Mestre – racconta Pettenà – e io gli ho subito risposto che non lo si fa di notte, come i ladri, perché nessuno veda». Il clima tra i due si è subito scaldato. Sono volate parole grosse”.
Le proteste per la presenza di migranti non si fermano nemmeno a Padova, dove in un altro articolo sul Gazzettino si parla delle continue liti tra gli ospiti dei centri di accoglienza, con i profughi che mettono in atto risse sapendo di non venire poi puniti:
“«Sanno che possono fare tutto quello che vogliono e che nessuno gli farà niente spiega l’operatore, che intende rimanere anonimo per timore di ritorsioni e per conservare il suo posto di lavoro e purtroppo noi stessi non possiamo sempre fare affidamento sulle forze dell’ordine». Accuse gravissime, che trovano una pronta spiegazione. «Accade spesso che le tensioni all’interno dei centri degenerino in risse o aggressioni rivela il testimone e capita che i rappresentanti dell’ordine rimangano ai margini, in attesa che le cose si risolvano da sole. Intanto noi operatori siamo spesso presi in mezzo e a volte qualcuno prende pugni e schiaffi».”
