
ROMA – Si sottopone ad un banale intervento alla mano, ma per un errore dell’anestesista muore. La famiglia fa causa all’ospedale e ottiene un milione di euro di risarcimento, dodici anni dopo i fatti. Accade a Roma.
La vittima, un romano di 57 anni, nel 2000 si ricovera all’ospedale San Giovanni Addolorata per un intervento alla mano. In sala operatoria, però, qualcosa va storto, come racconta Ilario Filippone sul Messaggero: l’anestesista sbaglia la manovra d’intubazione, causandogli lesioni permanenti, e il paziente, dopo quattro anni di coma vegetativo, nel 2004 muore.
Per quel decesso il medico è stato condannato con sentenza passata in giudicato dalla Corte di Cassazione. Le figlie della vittima hanno però anche intentato un’azione risarcitoria nei confronti dell’ospedale, e il tribunale ha riconosciuto in questi giorni “il danno da perdita parentale”, disponendo un risarcimento da 638mila euro, che si va ad aggiungere ai 400mila euro di risarcimento disposti a favore della moglie del defunto.
Scrive Filipponi sul Messaggero:
L’accordo bonario è stato raggiunto davanti all’Organismo di mediazione del consiglio dell’ordine degli avvocati. D’altronde, era stato lo stesso giudice del tribunale civile a invitare l’azienda a transigere. Tra i convenuti, anche Unipol assicurazioni, Allianz e Assitalia. Rappresentate dagli avvocati Laura Nissolino e Stefano Maccioni, la moglie e le figlie dell’uomo si sono impegnate «a evitare altre azioni legali».
Considerata l’entità del risarcimento, gli atti sono stati trasmessi alla Corte dei Conti. Nel frattempo, però, l’anestesista è morto. Così i 400mila sono stati presi dal Fondo rischi per cause civili ed oneri processuali.