«Si informa che, come da delibera della giunta comunale gli utenti che presentano dei bollettini insoluti (da settembre 2007 ad oggi) non potranno essere ammessi alla mensa dell’anno scolastico 2010/2011». E’ il messaggio che hanno trovato le famiglie savonesi con figli alle scuole materne ed elementari in una lettera che accompagnava i cedolini di pagamento del refettorio scolastico relative a gennaio e febbraio.
L’assessore ai servizi scolastici Isabella Sorgini, del partito democratico ha adottato gli stessi provvedimenti dei comuni di Adro in provincia di Brescia, dove i bambini sono stati esclusi dalla mensa, e di Montecchio maggiore (Vicenza), dove i figli delle famiglie insolventi sono stati lasciati a pane e acqua.
D’altra parte, lo aveva già annunciato settimane fa e questa volta la decisione è diventata operativa. Il Comune ricorda ai genitori che non ha più intenzione di tollerare morosità: chi non paga entro la fine di quest’anno scolastico, dunque, da settembre non mangerà. Ma lo stesso assessore si affretta a chiarire che «A Savona non succederà mai come in altri comuni che i bambini vengano umiliati con pane e acqua”, perchè dice “non vogliamo colpire gli alunni ma soltanto quei genitori che pensano di fare i furbi. Abbiamo solo messo delle regole, e intendiamo farle rispettare, ripristinando la legalità. Ci sono famiglie che per anni non hanno pagato – prosegue Sorgini – a chi non paga inviamo tre solleciti poi l’iscrizione al ruolo, ma spesso non succede nulla. Ma chi non paga per un anno intero non avrà più diritto al servizio». Fuori dalla mensa, quindi.
Dai calcoli degli uffici comunali sono circa 500 gli utenti morosi su 3.000 complessivi spalmati su due anni scolastici. “Alcuni casi stanno rientrando – spiega Sorgini – un 15% circa dei morosi, ma il nostro obiettivo è recuperare tutti i pagamenti insoluti, 135mila euro in tutto”.