MILANO – La Scala di Milano ha aperto la stagione 2013 con la Traviata di Giuseppe Verdi. Una prima più istituzionale che mondana, con tanti politici e pochi vip. C’era il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, come sempre accompagnato dalla moglie Clio. E pure il presidente della Commissione Europea, José Manuel Barroso, ma non il premier Enrico Letta, che si è defilato lasciando spazio a malumori oltre che ai fantasmi del passato, come Mario Monti e Corrado Passera.
Il capo del governo ci ha tenuto a precisare che l’assenza era dovuta a motivi familiari, ma c’è chi come il Fatto Quotidiano insinua che Letta abbia voluto evitare un incontro con Giuliano Pisapia.
Il sindaco di Milano infatti da una parte ha storto il naso per il decreto cultura che proponeva di ridurre i consiglieri della Fondazione della Scala da 11 a 7 costringendo così a tagliare i soci privati (per una volta che ci sono): la proposta è stata poi ritirata. Dall’altra il sindaco di Milano è idealmente in testa alla protesta dei sindaci per l’abolizione dell’Imu.
Grandi assenti anche la presidente della Camera, Laura Boldrini, e il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, proprio loro che erano stati delegati da Letta a rappresentare il suo governo.
Nonostante ciò comunque il palco reale era affollatissimo. Accanto a Napolitano e sua moglie Clio, sedevano Barroso, il sindaco Giuliano Pisapia, il presidente della Regione Roberto Maroni (al debutto scaligero come governatore), il presidente del Senato Pietro Grasso, il prefetto Francesco Paolo Tronca e il ministro Mario Mauro e il presidente della Consulta Gaetano Silvestri, tutti accompagnati dalle rispettive signore.
C’erano poi il presidente e il ministro dell’Economia del Togo e il ministro dei Beni culturali Massimo Bray.
Il numero uno di Confcommercio Carlo Sangalli, il commissario del Padiglione Italia di Expo 2015 Diana Bracco. Poi Piergaetano Marchetti e il presidente del Tribunale di Milano Livia Pomodoro, il ministro alla Cultura Massimiliano Bray, l’ex premier Mario Monti, l’amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, il Commissario Unico di Expo 2015 Giuseppe Sala e il magistrato Francesco Saverio Borrelli e l’ex ministro allo Sviluppo Economico Corrado Passera.
Tanto folta la schiera istituzionale, quanto scarna quella delle celebrities: tra loro lo stilista Giorgio Armani, la bella trentasettenne francese Virginie Ledoyen, che i più ricordano per ‘The Beach’ con Leonardo Di Caprio, film di 13 anni fa. L’étoile Roberto Bolle, invitato da Eni e vestito da Dolce e Gabbana.
Sembrano un segno dei tempi le assenze annunciate di due affezionate alla prima: Marta Marzotto e Valeria Marini. E ancora Gabriella Dompé, accompagnata da Alfonso Signorini. Tra le signore milanesi Marta Brivio Sforza, Daniela Javarone e l’amica Silvana Giacobini. La bella pr Laura Morino Teso, Silvia Falck.
Raffaella Curiel, che negli anni Sessanta confezionava anche quaranta abiti per una Prima, ne ha preparati solo quattro. “Con questa storia del rigore, del non far vedere le pellicce, i gioielli, la ricchezza, la gente che avrebbe le possibilità non spende più: se anche per un’occasione come la Prima si mettono i vestiti di dieci anni fa – stigmatizza – l’Italia non può ripartire”.