Dopo le polemiche seguite all’ annuncio di 4 mila assunzioni nella sanità col ministro Renato Brunetta pronto a bloccare tutto, la Regione siciliana finisce di nuovo sotto tiro per un bando rivolto a 8.400 persone da impiegare come stagisti per un anno, a 500 euro al mese. Costo 6,5 milioni di euro, fondi destinati a enti, associazioni e fondazioni no profit col compito di selezionare i candidati da inviare poi nelle aziende per mansioni ancora da stabilire. Ma proprio da Confindustria Sicilia arriva il primo stop: ”Il provvedimento crea aspettative di precariato, non contribuisce allo sviluppo”.
La pioggia di critiche al governo di Raffaele Lombardo per la manovra, pubblicizzata con un avviso sulla Gazzetta ufficiale il 31 dicembre assieme al primo concorso per 2.507 posti nella sanità , arriva da ogni parte. Contrari Cgil, Cisl e Uil, polemica l’opposizione, con il Pid (gli ex Udc) che propone l’istituzione di una commissione d’inchiesta su tutte le assunzioni fatte e promesse dal governatore. Il sottosegretario Gianfranco Miccichè, leader di Forza del Sud, bolla come ”un’ offesa l’infornata di precari”, definendo l’intervento ”una pagina nera nella storia siciliana”. Prima che enti e associazioni inondino di domande gli uffici dell’assessorato (il bando scade a fine gennaio), industriali e sindacati chiedono al governo il ritiro del provvedimento.
E ricordano l’altolà del commissario dello Stato che pochi giorni fa ha impugnato le norme per la stabilizzazione di circa 22 mila precari degli enti locali, mentre per prorogare i contratti di 6 mila regionali la giunta ha appena dovuto tagliare 32 milioni da borse di studio e assistenza sociale. ”E’ un’iniziativa che non comprendo – dice il presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello – Un giovane siciliano su due non lavora, chi è precario da soli due anni non può essere assunto perché ha frequentato le segreterie politiche a svantaggio dei giovani”. Prova a difendere il bando l’assessore al Lavoro, Andrea Piraino, in quota Udc. ”La misura non crea precariato, è un intervento assistenziale per offrire opportunità a chi in questo momento in Sicilia non ha un lavoro; non c’è alcuna ipotesi di immissione in ruolo nella pubblica amministrazione”.
Ma Cgil, Cisl e Uil si associano ai timori degli industriali e affondano il colpo. ”Queste persone saranno immesse in un meccanismo infernale dal quale rischiano di non uscire più”, accusa il leader siciliano della Uil, Claudio Barone. ”Si rischia di creare d’ufficio un nuovo esercito di precari”, aggiunge Daniela De Luca della Cisl, mentre Mariella Maggio, segretario siciliano della Cgil, parla di ”operazione di tipo politico” per dare ”risposte alle clientele”. Non meno tenero il giudizio del capogruppo del Pid all’ Assemblea regionale, Rudy Maira: ”Lombardo si trasforma in befana e regala alla Sicilia un macigno con altri 8.400 precari”.
Filippo Cangemi, segretario de La Destra a Palermo, guarda già avanti: ”I destinatari rivendicheranno soluzioni politiche, troveranno chi, nel palazzo del potere, tenterà di inventare la loro assunzione in enti pubblici, con rimedi eccezionali e fondamentalmente illegali e ingiusti”. E coglie la palla al balzo per rivendicare, invece, il federalismo la Lega Nord che per bocca di Davide Boni, presidente del consiglio regionale della Lombardia, commenta: ”Alcune Regioni non hanno scrupolo nel continuare a incrementare i carrozzoni pubblici”.