PALERMO – Blocchi stradali, studenti e autotrasportatori in corteo, porti bloccati. La rivolta del Movimento dei Forconi in Sicilia blocca l’intera regione. Tir, camion, autobotti con alimenti, carburante ed altri prodotti sono stati fermati dai 26 blocchi stradali organizzati in sette province siciliane. Centinaia di studenti e di giovani dei centri sociali hanno preso parte al corteo organizzato a Palermo, che è sfociato nella chiusura del porto della città al passaggio dei manifestanti. Sono 160 i tir fermi, che non salgono sui traghetti dalla Calabria per raggiungere Messina temendo i blocchi. Il sindaco di Gela ha ordinato la chiusura dei negozi per timore di attacchi alle vetrine e saccheggi.
Intanto e’ cominciato il secondo giorno di sciopero della fame di uno dei leader del movimento dei forconi, Martino Morsello, dopo le dichiarazioni del presidente di Confindustria Sicilia, Ivan Lo Bello, che ha denunciato infiltrazioni mafiose tra i manifestanti. ”Col mio gesto – dice Morsello – voglio che venga accertata la verita’ di tali gravissime affermazioni e conoscere i nomi dei personaggi mafiosi che potrebbero essere vicini al nostro movimento. Sono sicuro che da parte di tre protagonisti, Mariano Ferro, Giuseppe Scarlata e me, che hanno costituito il movimento, non ci puo’ essere nessuna ombra di dubbio di collegamenti con esponenti mafiosi. Mi rendo disponibile a collaborare con Lo Bello e i rappresentanti di categoria e le istituzioni per arrivare ad accertare eventuali infiltrazioni nel movimento”. Â Gli studenti a Palermo hanno poi dato fuoco alla bandiera come forte atto simbolico, spiegando: “non siamo disposti a pagare i costi di questa crisi”.
Ci ha pensato il sindaco di Gela, Angelo Fasulo, a superare la difficolta’: pressato anche dalle organizzazioni sindacali dei commercianti e degli artigiani, ”ha ritenuto di dover accogliere tale richiesta – si legge in un comunicato – sia per senso di solidarieta’ sia per scongiurare seri problemi per l’ordine e la sicurezza pubblica” e ha emesso un’ordinanza con cui dispone la chiusura dei negozi dalle 9 alle 12,30. C’e’ il timore che possano ripetersi attacchi alle vetrine di quegli esercizi eventualmente aperti. Intanto, al petrolchimico dell’Eni, questa mattina, il cambio turno del personale e’ stato quasi regolare (70%).