TORINO – Tutti assolti perché “il fatto non costituisce reato“. Alla fine non erano poi tanto pazze le spese degli ex consiglieri regionali del Piemonte imputati al processo bis, quello andato di traverso alla giunta Chiamparino, dal momento che riguardava per lo più esponenti di centrosinistra. Tra gli indagati figuravano il segretario piemontese del Pd, Davide Gariglio, e l’attuale vicepresidente della giunta regionale, Aldo Reschigna.
Il gup Daniela Rispoli ha accolto, nel processo con rito abbreviato, la tesi della stessa procura, secondo la quale gli episodi di peculato contestati non costituiscono reato per mancanza di dolo. Una proposta, quella dei pm, in linea con la richiesta di archiviazione presentata alla fine delle indagini preliminari. In quell’occasione era stato il gip, Roberto Ruscello, a ordinare di procedere con la richiesta di rinvio a giudizio.
Un’abbuffatina di pasti veloci tra una riunione e l’altra, di colazioni al bar prima di entrare in Consiglio, di scatola di praline e pandoro. Ma nulla di illegale o troppo scandoloso, specie se paragonate alle spese del fascicolo principale, quello con le mutande verdi di Roberto Cota, cene a base di tartufo e borse Louis Vuitton.
Il segretario piemontese del Pd e capogruppo in Consiglio regionale del Piemonte, Davide Gariglio, fresco di assoluzione commenta:
“Abbiamo ampiamente dimostrato che non c’è stato dolo. La giunta Chiamparino può andare avanti. Sono contento e soddisfatto, sia per me che per gli altri imputati. In Piemonte abbiamo già sottratto i gruppi consiliari dalla possibilità di disporre di denaro pubblico”.
Mentre il vicepresidente della Regione, Aldo Reschigna, difende 30 anni di (dis)onorata carriera:
“Per me c’era qualcosa di molto più importante in gioco che continuare a fare l’assessore, ossia riuscire a preservare l’immagine di persona che per 30 anni aveva svolto lavoro politico in modo onesto. E’ stata un’esperienza difficile, che ho tentato di vivere con serenità. Ringrazio innanzitutto il presidente Chiamparino”.
E pure il governatore Sergio Chiamparino tira un sospiro di sollievo:
“Da questo momento in avanti abbiamo tutte la serenità necessaria per impegnarci ancora di più sull’importante lavoro di riordino e di rilancio della Regione. Sono state assolte persone che ho sempre ritenuto essere persone oneste, dichiarandolo anche pubblicamente”.
Chiamparino si dice “molto felice” per la sentenza, che ha riconosciuto “in modo inconfutabile” l’onestà degli imputati.
“Desidero ringraziare assessori e consiglieri che, nonostante il periodo di comprensibile travaglio personale, hanno continuato a lavorare nell’interesse delle istituzioni, ognuno secondo il proprio ruolo”.