Iscritti nel registro degli indagati per la morte di Stefano Cucchi: si tratta di tutte le persone che hanno avuto contatti con il detenuto morto in ospedale dopo essere stato arrestato: l’accusa per carabinieri, agenti della polizia penitenziaria e i detenuti che hanno condiviso con Cucchi alcune ore di cella è di omicidio preterintenzionale.
Per il procuratore Giovanni Ferrara questo provvedimento serve a far capire che si indagherà «a 360 gradi». I magistrati, però, stanno verificando anche se sussistano elementi per contestare l’ipotesi di omicidio colposo a carico dei medici che hanno avuto in cura il ragazzo e che potrebbero aver sottovalutato le sue critiche condizioni di salute.
Nel frattempo Giovanni Cucchi, il padre di Stefano, ha risposto alle dichiarazioni di Carlo Giovanardi, che aveva detto che il ragazzo era morto perché era “drogato e anoressico”. Le parole di Carlo Giovanardi «si commentano da sole», ha detto il padre di Cucchi. «Che Stefano avesse dei problemi non lo abbiamo mai negato – ha aggiunto – ma non per questo doveva morire così».