Terremoto, Italia monito all’Europa “ci costa 23 miliardi”

ROMA – Il terremoto che dallo scorso 24 agosto ha messo in ginocchio il Centro Italia ha causato danni per 23,5 miliardi di euro. A fare i conti è il Dipartimento della Protezione Civile che ha trasmesso a Bruxelles il fascicolo completo sulla stima delle perdite subite da Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo. La cifra include sia i danni strutturali veri e propri che i costi per l’emergenza. Il dossier servirà per l’attivazione del Fondo di solidarietà dell’Ue (FSUE), il cui compito precipuo è di sostenere gli Stati membri colpiti da catastrofi naturali.

Per l’intera sequenza sismica dal 24 agosto ad oggi, spiega il Dipartimento, i danni ammontano a 23 miliardi e 530 milioni, di cui 12,9 miliardi si riferiscono ai danni relativi agli edifici privati e 1,1 miliardi di euro agli edifici pubblici. La stima comprende danni diretti, sia pubblici che privati – cioè quelli che hanno provocato la distruzione di edifici, infrastrutture, raccolti, industrie e imprese, patrimonio culturale, reti di distribuzione di energia, gas, acqua – e i costi sostenuti dallo Stato per far fronte all’emergenza: ripristino delle funzionalità delle infrastrutture e degli impianti nei settori dell’energia, dell’acqua, delle acque reflue, delle telecomunicazioni, dei trasporti, della sanità, dell’istruzione, realizzazione di alloggi provvisori, servizi di soccorso rivolti alla popolazione, messa in sicurezza delle infrastrutture di prevenzione, protezione del patrimonio culturale, ripristino delle zone danneggiate.

L’Italia aveva presentato la richiesta di attivazione del Fondo il 16 novembre, fornendo una prima stima dei danni e dei costi calcolati fino al 25 ottobre 2016. Le scosse di ottobre e quelle di gennaio hanno però costretto il Dipartimento ad integrare la documentazione. Nel dossier iniziale, infatti, erano stati stimati danni e costi pari a 7 miliardi e 56 milioni di euro, di cui 4,9 miliardi riferiti ai danni agli edifici privati e 350 milioni agli edifici pubblici. Inoltre, secondo l’analisi effettuata in collaborazione con il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo, i danni al patrimonio culturale ammontavano a oltre 541 milioni di euro.

Sulla base di quei numeri, la Commissione Ue ha concesso, lo scorso 29 novembre, l’anticipo massimo consentito sul contributo finanziario del Fondo, vale a dire 30 milioni. Gli eventi successivi al 25 ottobre, dice ancora il Dipartimento, “hanno evidenziato un notevole aggravamento della situazione emergenziale” e per questo si è proceduto ad un’integrazione del fascicolo, rinviato nuovamente a Bruxelles. I danni diretti e i costi della prima emergenza sono stati così ricalcolati e risultano pari a 16miliardi e 470 milioni di euro circa, di cui 8 miliardi si riferiscono ai danni agli edifici privati e 750 milioni agli edifici pubblici. E’ stato inoltre rilevato un incremento dei danni al patrimonio culturale pari a 2 miliardi e 500 milioni di euro.

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Daniela Lauria