Terremoto di magnitudo 6 in Emilia: sette morti tra Ferrara e Bologna

BOLOGNA – Un boato che si è sentito per tutta la Pianura Padana, un sisma avvertito fino a Rieti, nel Lazio, e a Milano. Una forte scossa di terremoto è avvenuta alle 4.04 del mattino tra Bologna e Modena causando la morte di sei persone e il ferimento di altre 50. Tre persone sono morte in provincia di Ferrara, una quarta persona ha perso la vita per un malore, causato dallo spavento, in provincia di Bologna. Una quinta persona, una ultracentenaria, è morta colpita alla testa dai calcinacci sempre a Sant’Agostino. Il sesto morto è un operaio travolto da un crollo a Dosso, Gerardo Cesaro, il cui cadavere è stato estratto dalle macerie poco dopo le 13. Un’altra donna è morta dopo il ricovero per un ictus causato dallo spavento.

Il terremoto, di magnitudo 6, è stato avvertito distintamente anche in Toscana, Veneto, Lombardia, Trentino Alto Adige e Friuli Venezia Giulia. Al momento c’è anche un disperso, un operaio travolto dal crollo di un tetto di una fonderia a Dosso (Ferrara).

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Le vittime. La prima vittima ha perso la vita in un crollo di un capannone industriale a Bondeno (Ferrara).  Secondo il 118 altre due persone sarebbero morte nel Paese di Sant’Agostino, a causa del crollo di una fabbrica di ceramica.  La quarta vittima è invece una donna tedesca di 37 anni, morta a Sant’Alberto di San Pietro in Casale (Bologna) probabilmente a causa di un malore provocato dallo spavento riportato durante il sisma. Le cause di questo ultimo decesso, però, sono ancora in fase di accertamento.

Un’altra donna, di 86 anni, si è sentita male dopo la forte scossa di terremoto della scorsa notte ed è deceduta dopo il ricovero all’ospedale a causa di un ictus. L’anziana, Anna Abeti, abitava a Vigarano Mainarda.

E’ un operaio marocchino di 29 anni la vittima causata dal terremoto a Ponte Rodoni, località di Bondeno, poco più di 15mila abitanti in provincia di Ferrara. Lavorava alla Ursa, azienda di polistirolo espanso, e il suo turno sarebbe terminato alle 5. L’uomo, secondo le prime informazioni, è stato colpito in testa da una trave. Al momento del crollo, che ha interessato il capannone della fabbrica e un silos esterno, erano presenti anche altri operai. Nessuno di loro, al momento, risulta ferito.

Le vittime di Sant’Agostino, invece, sono due operai italiani: Nicola Cavicchi e Leonardo Ansaloni. I due lavoravano al reparto monocottura della fabbrica di ceramiche e avrebbero terminato il loro turno alle sei. Sempre a Sant’Agostino una donna ultracentenaria è morta per lo spavento conseguenza del terremoto.

Il sesto morto è invece un operaio che lavorava alla Tecopress, fonderia a ciclo continuo di Dosso, frazione di Sant’Agostino. La scossa ha fatto crollare il tetto della fabbrica e sul posto carabinieri e vigili del fuoco, che stanno rimuovendo le macerie. All’inizio si sperava di recuperarlo ancora in vita. Poco prima di mezzogiorno, invece, è arrivata la conferma, i soccorritori hanno individuato il cadavere. Gerardo Cesaro, questo il suo nome, aveva 57 anni ed era di origini campane, ma da tempo viveva a Molinella (Bologna). Lavorava nella fonderia da tre anni e avrebbe terminato il suo turno alle 6.

Gli sfollati.  Sono circa tremila, secondo le prime stime della Protezione civile, gli sfollati nei territori dell’Emilia-Romagna colpiti dal territorio. La maggior parte, circa 2.500, si trovano nel modenese, gli altri 500 in provincia di Ferrara.

Crolli tra Ferrara e Modena. I danni sono diversi e riguardano diverse zone dell’Emilia Romagna. Oltre ai capannoni e alla fabbrica dove si registrano vittime è crollato un campanile nel paese di Sant’Agostino. Secondo l’Ansa risulterebbero dei crolli di capannoni e campanile anche a Cento (Ferrara) e a Finale Emilia, in provincia di Modena, dove sarebbe venuta giù una casa apparentemente disabitata. Crolli anche a Rovigo  dove hanno ceduto un vecchio fienile e parte del tetto di una chiesa  a Ficarolo. Secondo altre segnalazioni giunte ai Vigili del fuoco di Rovigo, danni sarebbero stati registrati in alcuni edifici, tra cui un paio di campanili, nei paesi di Gaiba, Castelmassa e Stienta.

A San Felice sul Panaro (Modena) è crollata una chiesa mentre a Mirandola (Ferrara) i malati più gravi sono stati evacuati dall’ospedale. Stessa decisione per quanto riguarda gli anziani ricoverati in una casa di riposo a Finale Emilia.

Nel padovano sono state segnalate cadute di alcuni cornicioni e di parte di intonaci di case, senza conseguenze per le persone.  Centinaia le telefonate ai Vigili del fuoco.

Epicentro del sisma. Secondo l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia, l’epicentro del terremoto di magnitudo 6 avvenuto alle 4:04 è stato nella Pianura padana emiliana, a pochi chilometri da Finale Emilia, nel modenese.  La zona epicentrale è stata individuata in un’area che comprende le province di Bologna, Modena, Mantova, Ferrara e Rovigo. Tra i più vicini all’epicentro figurano i comuni mantovani di Borgofranco sul Po, Carbonara di Po, Felonica, Magnacavallo, Pieve di Coriano, Poggio Rusco, Revere, San Giovanni del Dosso, Schivenoglia, Sermide e Villa Poma, quelli rovigotti di Vergantino, Calto, Castelmassa, Castelnovo Bariano, Ceneselli e Melara, quelli modenesi di Camposanto, Medolla, Mirandola, San felice sul Panaro, quelli bolognesi di Crevalcore, Pieve di  Cento, e quelli ferraresi Bondeno, Cento e Sant’Agostino.

Le altre scosse. Secondo l’Ingv nella nottata le scosse nella zona della Pianura Padana sono state in tutto otto. Prima di quella delle 4:03, infatti, la terra aveva già tremato altre due volte, alle ore 1:13 (magnitudo 4.1) e alle 1.42 (magnitudo 2.2). Dopo la scossa più forte, invece, altre cinque scosse di assestamento: alle 5.02 (magnitudo 4.9), alle 5:34 (magnitudo 3.3), alle 5:44 (magnitudo 2.9), alle 6.06 (magnitudo 2.7) e alle 6:25 (magnitudo 2.6). Nuove scosse di terremoto, anche di forte intensità, si sono susseguite anche durante la mattina e il pomeriggio di domenica 20 maggio.

Gravi danni al patrimonio culturale.  ”I danni al patrimonio culturale, ad una prima ricognizione, risultano notevoli”. Lo dice il Ministero dei beni e delle attività culturali in una nota. ”Si stanno organizzando apposite squadre per le verifiche più accurate in collaborazione con i Vigili del Fuoco e la Protezione Civile”. ”Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, sin dalle primissime ore a seguito del sisma che ha colpito le province di Ferrara e Modena, ha preso parte al Comitato operativo della Protezione Civile attivando le proprie strutture territoriali per la gestione dell’emergenza, secondo quanto previsto dal protocollo operativo dell’unità di crisi voluta dal Ministro Ornaghi”, spiega ancora una nota del ministero.

Riprende il traffico ferroviario. Il traffico ferroviario è stato riattivato alle 7.45 su tutte le principali linee ferroviarie presenti nelle aree colpite dal sisma della scorsa notte. Aperte anche le linee ad Alta Velocità Bologna-Milano e Bologna-Firenze. Restano da riattivare solo la tratta Bologna- Rovigo e Bologna-Poggio Rusco dove – spiegano le Fs – ”le ricognizioni tecniche previste dai protocolli di sicurezza per verificare l’integrità delle infrastrutture, avviate ovunque nel corso della notte, sono in corso di ultimazione”.

Soccorsi da Milano. Quattro automezzi dei vigili del fuoco di Milano, con relative squadre, sono partiti in direzione di Mantova per agire come supporto ai loro colleghi che operano per i controlli e i primi interventi nel basso Mantovano.

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Emiliano Condò