MILANO – Piccole code, formate al massimo da una decina di persone. Decisamente nessuna ressa. L’assalto agli abiti scontati quest’anno a Milano non si è visto. Almeno non per il momento. Le statistiche, a quanto pare, ci hanno preso: la spesa degli italiani per i saldi sarà inferiore almeno del 20% rispetto al 2010.
E se questa è la situazione che accomuna i commercianti dal Nord al Sud della Penisola, c’è un motivo di malumore che riguarda in modo particolare la Lombardia. E questa volta non c’entrano le liberalizzazioni sugli orari di apertura previste dal governo Monti, che già avevano causato qualche agitazione in non pochi negozi. A Milano, Como, Varese e città limitrofe, a mettere sul piede di guerra gli esercenti sono le svendite nella vicina Svizzera. Se, infatti, in Lombardia i saldi invernali sono cominciati il 5 gennaio, i colleghi d’Oltralpe hanno messo in vendita i loro prodotti scontati ben prima dell’arrivo della Befana.
Così, dal 28 dicembre, i frontalieri si sono diretti verso il confine per accaparrarsi le prime offerte a basso costo, creando code di diversi chilometri al confine Italia-Svizzera. Per la felicità dei negozianti di casa nostra, che puntavano proprio sullo shopping di gennaio per raddrizzare una stagione alquanto drammatica. Dopo un Natale povero di acquisti, molti acquirenti a caccia di occasioni d’oro si sono rifatti con il rifornimento nei centri commerciali oltre frontiera, grandi marchi a prezzi ribassati, magari made in Italy. Un vero colpo basso per il commercio lombardo.
«In Svizzera i saldi non sono regolamentati come in Italia, quindi abbiamo giocato d’anticipo», ha commentato Marco Hefti dell’outlet Mendrisio, dove i cartelli che annunciano supersconti del 50% e del 70% campeggiano da giorni sulle vetrine con l’intenzione dichiarata di calamitare il fiume di consumatori comaschi, varesini, brianzoli e milanesi. Per rinfocolare il cattivo umore della concorrenza lombarda, non bastava il pendolarismo per il pieno di carburante scontato, adesso ci si è messo pure quello per riempire le auto di abiti a prezzi d’occasione.
Secondo il presidente di Confcommercio Como, Giansilvio Primavesi, la scelta del commercio svizzero di anticipare le svendite di fine stagione, deriva probabilmente dall’anno difficile che molti negozianti hanno dovuto superare. Ma, aggiunge Primavesi, «sono convinto che i saldi in Svizzera siano perdenti. Per gli elvetici, se sono attenti al risparmio, conviene comunque venire a fare acquisti in Italia». Proprio quest’anno che per la prima volta c’era accordo su una data unica in tutta Italia per l’avvio dei saldi. Tentativo di evitare le fughe dei consumatori da una regione all’altra, fallito. Gli svizzeri si sono mossi prima.
