TREVISO – Preside di ferro, come è già stato ribattezzato, all’istituto tecnico-professionale Einaudi-Scarpa di Montebelluna (Tv), Gianni Maddalon ha fatto licenziare un professore titolare di cattedra, perché incompetente, di scarso rendimento. Tecnicamente, si spiega dai sindacati, che trattasi di dispensa dal servizio per incapacità professionale.
La sostanza, che allarma non poco le stesse organizzazioni sindacali dell’istruzione, è che un dirigente scolastico ha buttato fuori dalla scuola un docente di ruolo che non rende, non sa insegnare. Finora, al massimo, veniva negato il rinnovo dei contratti del personale docente precario, causa inadeguatezza. L’accelerazione sulla possibilità di ricorrere al fine rapporto anticipato è stata data dal decreto Brunetta che affida ai dirigenti scolastici l’obbligo di segnalare i casi di scarso rendimento, incapacità manifesta, obbligo da assolvere per non incorrere in sanzioni.
Con l’ingresso imminente di almeno 100mila nuovi docenti nella scuola italiana i licenziamenti sono destinati ad aumentare, dice il provveditore di Treviso: non certo per sfiducia preventiva, ma “della logica conseguenza degli esami e delle valutazioni sull’operato degli insegnanti fatte al termine del primo anno”.
Il caso del docente di ruolo dell’istituto superiore Einaudi-Scarpa di Montebelluna dispensato dal servizio in seguito ad un procedimento per “mancato rendimento” portato avanti dal preside porta allo scoperto l’effetto “a cascata” di avvio di procedimenti disciplinari: richiami, sanzioni, ma anche possibili, future, rotture dei contratti. A prenderne atto per primi sono i sindacati dei lavoratori della scuola trevigiana.
Se prima del decreto del 2009 ogni anno i casi si contavano sulle dita di una mano oggi si arriva a mettere in conto almeno ad un centinaio di richieste di procedimenti in corso: «Il decreto legislativo Brunetta ha puntualizzato i tempi e ha dato un ordine alla procedura delle contestazioni di carattere disciplinare già stabiliti da una normativa del’94» precisa Teresa Merotto, segretario di Cisl scuola Treviso «certo è che il decreto ha inciso in maniera forte.
In virtù del fatto che al dirigente viene richiesto in maniera esplicita di procedere qualora ci siano dei fatti da segnalare. Se non lo fa il preside stesso potrebbe a sua volta essere coinvolto in procedimenti disciplinari. Diventando in questo caso lui stesso oggetto di contestazione». (Alessandra Vendrame, La Tribuna di Treviso)