La Squadra mobile ha puntato quasi subito l’attenzione nei confronti dell’indagato appena raccolte le prime testimonianze soprattutto del titolare del bar e di una cameriera. Dalle indagini è emerso che si è trattato di un agguato derivato da futili motivi: intorno alle 10 un uomo, alquanto alticcio, era entrato nel bar ordinando uno spritz rovesciandolo poco dopo sul bancone. Il barista aveva ripreso l’avventore che ha reagito prosperando minacce generiche.
Un paio d’ore dopo, un uomo, con il volto travisato con una sciarpa e con cappello Panama sulla testa, è entrato nel locale senza dire alcunché, ha sparato due colpi di pistola contro il barista, un egiziano poco più trentenne che stava ancora dietro il bancone. L’agguato è avvenuto appunto alla presenza del proprietario e di una cameriera. Il primo colpo si è conficcato sulla parte alta della parete, il secondo invece ha centrato l’immigrato allo zigomo sinistro. L’attentatore è poi fuggito per le calli.
La vittima è stata portata in ospedale dove è stata sottoposta ad un intervento chirurgico. L’egiziano, seppur grave, non è in pericolo di vita. La Squadra mobile, venuta a conoscenza del diverbio, ha dato l’identità all’avventore e lo ha atteso nei pressi della sua abitazione, fermandolo appena aveva attraccato con il suo barchino.
Pellegrini, già noto alle forze dell’ordine per reati contro la persona e il patrimonio indossava ancora gli abiti che erano stati descritti da vari testimoni. Portato in questura, l’indagato è stato sottoposto a un interrogato che si è concluso con il suo arresto. L’arma, una semiautomatica, non è stata ancora recuperata dalla polizia. Del fatto è stato informato il pm veneziano Giorgio Gava.