ROMA – Air, una bambina birmana di soli tredici anni, rapita e venduta in Thailandia all’età di sette anni, ha ottenuto giustizia e libertà. Dopo essere riuscita a fuggire lo scorso 31 gennaio dalla casa della coppia che la torturava, la polizia l’aveva riportata indietro. Poi la storia della bambina è diventata pubblica ed è stata portata in tribunale, dove le è stato riconosciuto un risarcimento di 143 mila dollari per i danni subiti in cinque anni di schiavitù.
Una sentenza storica per la Birmania e per tutte i bambini, oltre 210 milioni in tutto il mondo, a rischio sfruttamento. Una vicenda raccontata oggi, 4 luglio, dal Corriere della Sera:
“Doveva dormire nella cuccia del cane. Quando disubbidiva la immergevano nell’acqua bollente. Adesso ha la pelle così deturpata che nessun chirurgo plastico potrà mai far tornare come prima. Ha difficoltà a muovere parte del corpo”.
Adesso la bambina è stata riconsegnata ai genitori, che si erano trasferiti cinque anni fa dalla Birmani in Thailandia in cerca di lavoro. I due aguzzini della bambina sono stati identificati, ma sono già stati rilasciati su cauzione.
“Qualcuno parla di ‘pressioni’ dall’alto. Il procuratore thailandese non ha ancora aperto contro di loro un procedimento penale. Intanto i due sono fuggiti”.