ROMA – Al Masri l’egiziano: il capo di Al-Qaeda ucciso da raid Usa in Siria. Era il capo di Al-Qaeda in Siria, il mandante dell’attentato all’aereo russo precipitato nel Sinai (224 morti), uno della cerchia più intima di Osama Bin Laden. Abu Hani al-Masri, detto l’egiziano, è stato ucciso a Idlib in Siria durante i bombardamenti condotti dagli aerei Usa in due raid in rapida successione. Era anche l’uomo di fiducia di Ayman al-Zawahiri. La conferma è arrivata direttamente dal Pentagono.
Al-Qaeda si sta riorganizzando a Idlib dopo la disfatta dei ribelli ad Aleppo e i colloqui di pace ad Astana, in Kazakhstan, che hanno visto la partecipazione dei gruppi dell’opposizione più moderati. I jihadisti hanno creato un nuovo cartello, “Hay’at Tahrir al-Sham” (Hts), composta dall’ex Al-Nusra, Harakat Nour Al-Din Al-Zanki, Liwa Al-Haqq, Ansar Al-Din e Jaysh Al-Sunnah e dissidenti di Ahrar al-Sham. Il nuovo cartello in tutto può contare, a seconda delle stime, dai 15 ai 30 mila combattenti. (Giordano Stabile, La Stampa)
Predicatore egiziano di 42 anni il terrorista si è formato all’Università al Azhar del Cairo ed è divenuto poi il punto di riferimento di un gruppo radicale islamico autonomo costituitosi nel Sinai. La formazione in questione è Ansar Beit al Maqdis (i Partigiani di Gerusalemme) che da anni terrorizza e infesta il nord del Sinai con attacchi mirati alle forze della sicurezza e della polizia egiziana.
I jihadisti egiziani controllano però una porzione ridotta della Penisola, prossima al confine con Israele e con la Striscia di Gaza. Poi il salto di qualità del gruppo con il giuramento di fedeltà all’Isis, diventando una Wilayah, una provincia dello Stato islamico. La sua strategia e il suo addestramento militari sono allora cambiati, con l’adozione di attacchi e azioni kamikaze compiuti con armi e munizioni sofisticate.
A farne le spese è l’esercito del Cairo, che combatte con ogni mezzo i pericolosi terroristi. Gli attacchi e i raid messi a segno da questa formazione hanno inoltre avuto anche un grande eco sul web grazie al cambiamento che il gruppo ha operato nel suo linguaggio, adottando una strategia comunicativa ‘raffinata’ nei contenuti, filmando le proprie azioni di guerra con tanto di commento audio.