BRASILIA – Cesare Battisti sarà presto libero, fuori dal carcere. I giudici della Corte Suprema brasiliana hanno votato a favore della liberazione dell’ex terrorista che si intende quindi non estradabile in Italia.
I giudici hanno respinto il ricorso del nostro Paese e hanno di fatto decretato valida la decisione dell’ex presidente brasiliano Luiz Inacio Lula da Silva, che ha bloccato l’estradizione.
”Sono ovviamente felice: come dice la canzone, ‘la vita è bella”’: ha detto la fidanzata di Battisti, Joice Lima.
Battisti è stato condannato con sentenza definitiva all’ergastolo per quattro omicidi. La prima vittima è Antonio Santoro, maresciallo della polizia penitenziaria (allora agenti di custodia), ucciso il 6 giugno 1978 a Udine.
Il delitto viene rivendicato il giorno dopo dai Proletari armati per il comunismo (Pac). Per la sentenza, Battisti fu uno dei due killer, entrambi militanti dei Pac. Altri due omicidi lo stesso giorno, il 16 febbraio 1979: alle 15 circa a Milano il gioielliere Pierluigi Torregiani (il 22 gennaio precedente aveva ucciso un rapinatore durante una tentata rapina), alle 18 a Santa Maria di Sala (Venezia) Lino Sabbadin (si era opposto con le armi ad un tentativo di rapina), macellaio di Mestre.
Per il primo delitto (nella sparatoria rimase anche ferito Alberto, il figlio 15enne, da allora costretto su una sedia a rotelle) Battisti è stato condannato come co-organizzatore, per il secondo – secondo i giudici – ha fornito ‘copertura armata’ all’esecutore materiale. Infine, l’ultimo omicidio il 19 aprile 1979: a morire è Andrea Campagna, agente della Digos. Le accuse indicano l’ex Pac tra i killer.
LE REAZIONI Per Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, ”la decisione dei giudici supremi brasiliani di non avallare l’estradizione di un criminale come Battisti, così come quella dell’allora presidente Lula, è stata l’ennesima umiliazione inferta alle famiglie delle sue vittime”. Così il ministro della Gioventù ha commentato la decisione assunta dai togati del Tribunale Supremo federale brasiliano sul caso Battisti. Per Meloni ”le motivazioni addotte per il rigetto del ricorso rappresentano uno schiaffo alle istituzioni italiane, un atto indegno di una nazione civile e democratica”.
‘Il Governo – ha aggiunto Giorgia Meloni – continuerà a fare tutto ciò che è in suo potere, anche in seno alla UE, per far sì che un volgare assassino che sinora ha mascherato i suoi delitti dietro la lotta politica possa essere finalmente consegnato alle patrie galere, scontando finalmente il suo debito con il popolo italiano”. ”Abbiamo lavorato molto – ha proseguito – affinché l’opinione pubblica e le massime autorità brasiliane comprendessero finalmente che la figura di Battisti non è quella di un perseguitato politico, e nemmeno di un politico, ma di un criminale comune, un volgare assassino rimasto impunito per trent’anni, ma alla fine una vergognosa retorica politica ha avuto la meglio sulla giustizia”.
”Accogliendo favorevolmente la risoluzione bipartisan degli europarlamentari italiani sull’estradizione dell’assassino Battisti, anche l’Europa aveva deciso di far sentire con una sola voce le ragioni della giustizia e della legalità – ha continuato il ministro della Gioventù – ma nemmeno questo è bastato a convincere i giudici brasiliani. Nonostante quanto avvenuto non smetteremo mai di pretendere che sia fatta giustizia per tutte le vittime della violenza politica, ne’ smetteremo di batterci fino a quando assassini ripuliti del calibro di Cesare Battisti non salderanno il loro conto con l’Italia”.
