Schede di voto che hanno scatenato il caos etnico in Birmania: non si votava da 20 anni nel Paese, ma al confine è stata violenza e sangue almeno a Myawaddy. Quasi 20 mila profughi sono scappati a Mae Sot, in Thailandia, dall’altra parte della frontiera.
In Birmania il 40% della popolazione non si sente appartenente al Paese, per lingua, per origini e per cultura. Myawaddy è al confine, lì gran parte della gente è Karen. Proprio l’esercito buddhista dei Karen ha attaccato, ha creato la guerriglia.
Cosa c’è dietro a tale violenza per le strade dopo le elezioni, già tese e macchiate di brogli? Sembra si nascoda Na Kham Mwe, comandante di una brigata del Dkba, 49 anni, legato al traffico di anfetamine. Per lui è stato inaccettabile il piano del generale Than Shwe: “inglobare in una guardia di confine sotto controllo governativo le 17 milizie etniche che fra l’89 e il ’94 avevano siglato dei cessate il fuoco con il regime”.
“Per la nostra autonomia avevamo stretto un patto col diavolo, ma ora ci chiedono troppo”, ha dichiarato nei giorni scorsi Na Kham Mwe. Così il voto è stato solo il cerino che ha riacceso la Birmania per un regolamento di conti che andava fatto, a detta dei signori della guerriglia.