In milioni si erano affollati nella capitale Phnom Penh durante la Festa dell’Acqua in Cambogia, ma su un ponticello stretto si erano accalcati in troppi e almeno 347 persone sono morte schiacciate: quasi tutte donne e nessun italiano. Sono rimaste ferite anche 410 persone in quella che doveva essere un’occasione di festa religiosa.
A scatenare il panico, ha detto un giornalista del Phnom Penh Post, potrebbero essere stati gli idranti della polizia, che ha cercato di affrettare lo sgombero del ponte che collega la città all’isoletta Diamond Island al termine dei festeggiamenti, causando la ressa fra le migliaia di persone che l’affollavano.
Diversi testimoni hanno parlato anche di una scarica elettrica che avrebbe fulminato diverse persone, e che, secondo il giornalista, potrebbe essere stata causata dall’acqua degli idranti che colpiva i festoni luminosi che ricoprono le campate del ponte.
Con l’onda di panico, chi non è caduto nel fiume, annegando, è rimasto schiacciato, stritolato, soffocato dalla folla in preda al panico improvviso. Un medico, citato dalla Cnn, ha raccontato che molti corpi hanno segni di scariche elettriche e che fra i morti vi sono anche dei poliziotti. Il portavoce del governo ha detto che “le vittime sono morte per lo piu’ per soffocamento o per lesioni interne”.
”E’ la più grande tragedia” ad aver colpito il Paese ”negli ultimi 31 anni, dai tempi di Pol Pot”, ha dichiarato in tv il primo ministro cambogiano, Hun sen, riferendosi al dittatore sanguinario a capo del regime dei Khmer Rossi accusato di aver sterminato 1,7 milioni di cambogiani.
La tragedia è successa ieri, lunedì 22 novembre e nella notte il bilancio delle vittime si è aggravato di ora in ora: prima 17, poi 84, 105 solo nell’ospedale di Calmette, poi ancora 180, 278 (di cui 240 donne), 313, 339, infine 345. Il numero delle vittime ha messo subito in chiaro il premier quando i numeri dei morti erano già a tre cifre, ”è destinato ad aggravarsi ancora”.
”Stavamo attraversando il ponte verso Diamond Island, quando alcune persone hanno cominciato a spingere dal lato opposto. Ci sono state spaventose grida di panico. La gente ha iniziato a correre, cadendo le une sulle altre. Anch’io sono caduto. Sono ancora vivo perché qualcun’altro mi ha rimesso in piedi”, ha raccontato Kruon Hay, 23 anni.
Il ponte dov’è avvenuta la strage è quello che collega la città alla Diamond Island (Koh Pich), cuore dei festeggiamenti, che sorge sul fiume Tonle Sap, che a sua volta collega il grande omonimo lago al fiume Mekong.
Bom Om in lingua Khmer è una delle più importanti festività cambogiane: per l’occasione la gente si innaffia reciprocamente con l’acqua come segno beneaugurante per il nuovo anno. Durante la Festa dell’Acqua si svolgono anche gare fra barche. La festivita’ cade annualmente in ottobre o novembre in occasione della luna piena, quando la corrente del fiume Tonle Sap, che normalmente confluisce nel Mekong, inverte la sua corrente per la piena stagionale del Mekong e riempie, a monte, il grande lago, Tonle Sap, alluvionando le pianure circostanti, garantendo buoni raccolti e pesce in abbondanza. Per questo si tratta di una sorta di ringraziamento al fiume Mekong.
