ROMA – Comunione ai divorziati, no da 5 cardinali: “E’ legge divina non della Chiesa”. Sul sacramento dell’eucarestia interdetto ai divorziati si alza un muro difensivo autorevole (esce un libro che raccoglie il parere negativo di 5 cardinali) contro le aperture di papa Francesco in vista del Sinodo decisivo in programma a ottobre dedicato alle “sfide pastorali sulla famiglia nel contesto dell’evangelizzazione”. “Non possumus” (non possiamo, ndr.) è la risposta che riecheggia tra le pagine di “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica”, alla richiesta di maggiore indulgenza da parte della Chiesa, misericordia in termini religiosi, per quei divorziati e risposati con rito civile (“la Chiesa non si erga a giudice che condanna i divorziati”).
La misericordia è al centro della relazione del cardinale Walter Kasper che, su incarico di papa Francesco, aprirà il Sinodo. Diciamo il partito favorevole a metter fine alla discriminazione e permettere ai risposati di essere ammessi alla Comunione in Chiesa. Il fronte del no, sempre per semplificare, ha scoperto le sue carte e schierato quindi i suoi rappresentanti, convinti che la negazione della Comunione agli “adulteri” (questo sono i risposati) è una legge di Dio immodificabile. Se vogliono fare la Comunione restino casti, solo la “continenza sessuale” consente a un risposato di accedere ai sacramenti.
La chiusura è senza appello. Tanto più forte se si considera che tra gli autori c’è il «Guardiano» dell’ortodossia cattolica, Gerhard Ludwig Müller, cioè il prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, nominato da Papa Benedetto XVI, nel 2012, e fatto cardinale nel Concistoro di febbraio. Gli altri sono cardinali Raymond Leo Burke, prefetto della Segnatura apostolica; Walter Brandmüller, presidente emerito del Pontificio Comitato di scienze storiche; Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna e uno dei teologi più vicini a san Giovanni Paolo II sui temi della famiglia e Velasio De Paolis, presidente emerito della prefettura degli affari economici. (Maria Antonietta Calabrò, Corriere della Sera)
“Misericordia non è dispensa dai Comandamenti”. E’ un fondamento teologico ricavato direttamente dalla Bibbia, dal verbo ineludibile di Dio, il piano divino originale sul matrimonio. E’ la premessa del libro dei 5 cardinali: Gli autori di questo volume sono uniti nel sostenere fermamente che il Nuovo Testamento ci mostra Cristo che proibisce senza ambiguità divorzio e successive nuove nozze sulla base del piano originale di Dio sul matrimonio disposto da Dio in Gen. 1,27 e 2,24″ (Gen 1,27: “Dio creò l’uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò”. Gen 2,24: Per questo l’uomo abbandonerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie e i due saranno una sola carne”, ndr.)
Non era misericordiosa, secondo i cardinali, nemmeno la pratica orientale della Chiesa ortodossa che consente la Comunione ai risposati perché frutto della pressione politica degli imperatori bizantini. Resta che il matrimonio civile dopo il divorzio si configurano come una forma di adulterio, condizione immeritevole del sacramento dell’Eucaristia a meno che la coppia non pratichi la continenza sessuale.