Hanno paura che moriranno tutti, uccisi dalle razioni, ma continuano a lavorare i 300 tecnici, ingegneri, soldati e vigili del fuoco impegnati da settimane nella centrale nucleare di Fukushima per scongiurare una fusione.
«Mio figlio e i suoi colleghi hanno discusso a lungo e si sono impegnati a morire, se necessario a lungo termine», ha detto la mamma di uno del gruppo, citata oggi dal quotidiano britannico «Telegraph».
Il gruppo è stato ribattezzato dalla stampa nipponica «Fukushima 50», perchè furono 50 i lavoratori rimasti nell’impianto dopo l’incendio scoppiato al reattore 4 il 15 marzo scorso, mentre gli altri 750 vennero fatti sgomberare.