La figlia voleva fare la kamikaze, ad appena 19 anni, il padre prima l’ha strangolata e poi l’ha sgozzata e per impedirglielo. Siamo in Iraq, vicino al villaggio di Mandali, nella regione del Diala, alcune centinaia di chilometri a nord-est da Bagdad, e poco distanti dal confine con l’Iran. Najim al-Anbaky, commerciante di pecore, tre settimane fa ammazza la figlia, Shahalaa, di 19 anni. Dopo l’arresto spiega alle forze dell’ordine che il delitto si è reso necessario per evitare una strage.
La giovane, infatti, a quanto racconta il padre, era stata reclutata da Al-Qaeda per compiere un attentato kamikaze contro i pellegrini in arrivo dall’Iran per recarsi alle città sante di Najaf e Karbala, in occasione del mese santo di Moharram che sta per terminare.
Non sarebbe la prima volta, infatti, che Al-Qaeda impiega delle donne per compiere attacchi suicidi. Difficilmente vengono controllate, a causa della scarsità di donne poliziotto, e sotto i loro lunghi indumenti riescono più facilmente a nascondere arsenali esplosivi.