TRIPOLI – La crisi in Libia fa schizzare il petrolio. Il Brent tocca i 110 dollari per la prima volta dal settembre 2008. I prezzi volano quindi sopra 96 dollari al barile, ai massimi da due anni e mezzo. Sul circuito elettronico i future sul Light crude avanzano di 79 cent a 96,20 dollari, dopo aver toccato un massimo di 96,25 dollari. Così la benzina rischia di salire a 1,6 euro al litro.
Adesso tra Tripoli e Bengasi si rischia il tracollo in una guerra civile e sono a rischio le forniture libiche. Il Paese è il quarto produttore di petrolio in Africa dopo Nigeria, Algeria e Angola, con quasi 1,8 milione di barili al giorno e riserve valutate in 42 miliardi di barili ed è membro dell’Organizzazione dei paesi esportatori di petrolio (Opec).
Secondo l’agenzia americana di informazione sull’energia (Eia), nel 2009 la Libia era il quarto produttore africano con 1,789 milione di barili al giorno, dietro Nigeria (2,211 milioni), Algeria (2,125 milioni) e Angola (1,948 milioni). Esporta gran parte del greggio verso i paesi europei, tra cui Italia, Germania, Spagna e Francia.
