A rendere piu’ incandescente la situazione ci ha pensato oggi anche al Qaida, che per bocca di uno dei suoi leader ha esortato gli insorti in Libia a proseguire ”la lotta”. E’ la prima posizione ufficialmente espressa dal network del terrore di Osama bin Laden dall’inizio, il 15 febbraio scorso, dei disordini. Una dichiarazione, questa odierna, che finisce con il confermare le accuse lanciate dal governo: i rivoltosi sono terroristi, non hanno mai avanzato richieste politiche, si sono armati e hanno compiuto stragi perche’ vogliono destabilizzare il Paese e consegnarlo agli occidentali, ivi compresi quelli che Gheddafi non manca mai di ricordare, gli ex padroni italiani di cui un tempo i libici erano ”schiavi”. ”Non stiamo utilizzando le armi sofisticate di cui disponiamo”, ha detto oggi il portavoce dell’esercito, Milad Hussein Al Ghilani, ”e non le useremmo mai contro la nostra gente”. Ai giornalisti sono stati consegnati i video raccapriccianti di esecuzioni sommarie, decapitazioni, brandelli di carne umana mostrati come trofei. ”Vi porteremo a vedere altre citta’, altre barbarie”, promettono i militari. Fino a Bengasi….