MILANO – La guerra in Libia non preoccupa il 62% degli italiani, il 65% dei quali, inoltre, risultano sfiduciati riguardo le attuali capacità diplomatiche del nostro Paese nell’attuale crisi libica.
E’ quanto risulta, fra l’altro, da un sondaggio effettuato a fine marzo dall’ Osservatorio giornalistico Mediawatch su un campione di 1.012 persone, fra i 18 e i 70 anni, tramite mail e controllo dati. In particolare alla domanda ‘E’ preoccupato della guerra in Libia?’ hanno risposto Sì il 15%, No il 62% e Non so il 23%.
A ‘Pensa che le rivoluzioni nordafricane possano influire negativamente con i rapporti tra Occidente e Medio Oriente?’ hanno detto Si’ il 30% , No il 27% e Non so il 43%. Per il 27% è equo il progetto di accoglienza presentato dal ministro Maroni, che prevede la distribuzione regionale dei rifugiati in base al numero di abitanti. Mentre per il 22% non lo e’ e ben il 51% ha riposto ‘Non so’.
Secondo il 23% a fronte del 28% (49% Non so) l’Unione Europea sta facendo abbastanza per le politiche di accoglienza e distribuzione dei rifugiati. Infine solo per il 23% rispetto al 32% (Non so 45%) è giusto che la situazione in Libia venga risolta con l’utilizzo delle forze militari e alla domanda ‘Pensa che l’Italia possa ancora giocare un ruolo fondamentale nella diplomazia con il regime libico?’ hanno risposto Sì il 28%, No ben il 65% e Non so il 7%.
”La parola guerra – spiega Carlo Vittorio Giovannelli, presidente di Mediawatch – è ormai così inflazionata, visto il suo continuo uso improprio in accezioni che non le appartengono (guerra dei prezzi, guerra fra sessi, guerra industriale), che l’opinione pubblica sentendola non ha le emozioni che il significato della stessa dovrebbe suscitare. Spero che i media possano aiutare l’opinione pubblica a comprendere che ogni qualvolta si parli di guerra si debba pensare ad un tragedia ed a un fallimento delle diplomazie non a un intervento necessario per la pace”.
