TRIPOLI – La minaccia armata funziona, dopo la risoluzione Onu e a un passo dai raid aerei sui suoi cieli Muammar Gheddafi ferma le sue truppe. “In linea con quanto deciso al Consiglio di sicurezza dell’Onu”, il rais fa dare l’annuncio tramite il ministro degli Esteri Mousa Koussa.
Blocca i suoi fedelissimi e proclama il cessate il fuoco immediato, la “Libia si impegna a proteggere gli stranieri nel paese e i loro beni”.Colui che Ronald Reagan chiamò “cane pazzo” decide di spiazzare l’Onu, nella risoluzione c’è scritto che se si ritira non verrà bombardato. Così ha agito di conseguenza: in quanto membro delle Nazioni Unite, la Libia ”è costretta ad accettare la risoluzione del Consiglio di Sicurezza”, ha detto Koussa.
Per i ribelli è tutto un bluff, un modo per allontanare gli stranieri, per continuare a provocarli e per dire ai miei civili ci penso io. “Un bluff”: così il comandante degli insorti libici, Khalifa Heftir, “Non è importante” per l’opposizione, ha liquidato l’ultima sorpresa del regime che secondo la versione dei ribelli continua a fare sparare dalle sue truppe a Misurata.
La Francia, capofila del partito anti-Gheddafi e principale oppositore che aveva promesso raid aerei nel giro di poche ore, in tempi rapidissimi, all’annuncio sorpresa da Tripoli ha riconfermato la sua minaccia, ma è diventata più cauta.
Al fatidico intervento contro Tripoli si erano presentati in tanti, subito dopo il presidente francese Nicolas Sarkozy, aveva alzato la mano il premier britannico David Cameron aveva scaldato i militari e che ora dice “Muammar Gheddafi sarà giudicato dai fatti non dalle parole”. Favorevoli all’operazione no fly zone anche Norvegia, Belgio e anche la Polonia (almeno logisticamente), ma anche come l’Italia pronta a dare le basi ma non gli aerei. Alla cordata si erano anche uniti gli arabi, come preannunciato dalla Francia, il ricco Qatar e gli Emirati arabi. Nel voto della risoluzione 1973, la Germania, invece si è astenuta assieme a Russia, Cina, India e Brasile.
Gheddafi aveva promesso di ”trasformare in inferno la vita” di chi attaccherà la Libia, dopo il via libera Onu all’uso della forza. Ma in poche ore è cambiata la strategia del rais e il ministro degli esteri libico Koussa ha annunciato un cessate il fuoco immediato, dopo che per tutta la notte e la mattinata erano proseguiti i combattimenti. A Misurata, ad est di Tripoli, i blindati delle forze di Gheddafi hanno bombardato per oltre tre ore e  i ‘lealisti’ vogliono usare civili come scudi umani contro possibili attacchi aerei delle forze internazionali.
Combattimenti anche a Nalut e Zenten, due cittadine della Libia occindentale, sotto il controllo dell’opposizione. Le forze del regime hanno attaccato ieri sera, 17 marzo, Zenten, 145 chilometri a sud-est di Tripoli, e ”ci sono stati degli scontri violenti con i ribelli. I combattimenti sono continuati questa mattina”, ha riferito all’agenzia France presse un testimone, aggiungendo: ”si sono contate vittime dalle due parti”.
”Gheddafi – ha continuato – sta inviando dei giovani senza esperienza che non conoscono questa regione montagnosa. Le sue forze hanno subito importanti danni”.
Intanto, i ministri francesi sono stati convocati dal presidente Nicolas Sarkozy a Parigi per consultazioni sulla situazione in Libia. Mentre il primo ministro britannico David Cameron ha fissato una riunione di emergenza del suo cabinet. Anche palazzo Chigi ha organizzato una riunione del comitato interministeriale per fare il punto della situazione. All’incontro presieduto dal premier Silvio Berlusconi hanno partecipato, tra l’altro, il ministro della Difesa Ignazio La Russa, il titolare della Farnesina Franco Frattini, il Guardasigilli Angelino Alfano, Giulio Tremonti, titolare del Tesoro e i vertici dei servizi di sicurezza.
La Nato ha deciso di accelerare i tempi dopo la dichiarazione di Gheddafi, ma non di un’azione almeno per adesso.