Barack Obama ha promesso lo stop, ma sulle coste americane si trivella ancora in cerca di petrolio. Nel pomeriggio di sabato 22 maggio, infatti, il presidente degli Stati Uniti, parlando a radio e tv aveva annunciato che, dopo la catastrofe del Golfo del Messico, non avrebbe più autorizzato nuove trivellazioni a caccia di petrolio a meno di ottenere sufficienti garanzie in termini di sicurezza ambientale.
Eppure, proprio mentre Obama annunciava la moratoria sono state concesse sette nuove autorizzazioni per diversi tipi di perforazioni. Ad affermarlo, sul suo sito internet è l’autorevole quotidiano New York Times . Secondo i documenti in possesso del quotidiano americano, dallo scorso 20 aprile – giorno dell’esplosione della piattaforma Deepwater Horizon gestita dalla Bp – sono stati concessi almeno 17 permessi per trivellazioni. La maggior parte di questi riguardava lo stesso tipo di operazioni compiute dalla Deepwater prima dell’esplosione.
Interrogati sulla natura di queste autorizzazioni, funzionari del dipartimento degli Interni e della direzione per le risorse minerarie – l’organo che regola le trivellazioni – hanno risposto che la moratoria vale solo per la creazione di nuovi pozzi e non riguarda l’avvio di nuove operazioni su piattaforme già esistenti come la Deepwater Horizon. Secondo chi ha criticato queste concessioni, invece, la moratoria di Obama è stata violata o comunque non abbastanza definita nei dettagli e quindi efficace a prevenire un altro disastro.