TULSA – La Corte Suprema degli Stati Uniti lo ha legalizzato nel lontano 1973, ma da oggi in Oklahoma l’aborto è tornato ad essere un crimine. Anzi peggio, il parlamento dello Stato, uno dei più conservatori del Paese, ha approvato una legge senza precedenti: nel mirino ci sono soprattutto i medici che oltre al carcere, rischiano di vedersi revocata la licenza medica se beccati a praticare l’interruzione di gravidanza.
A completare la crociata a tutela dei valori tradizionali c’è poi l’introduzione di un disegno di legge anti transgender sul modello della North Carolina e la decisione clamorosa di proclamare lo stato di emergenza finché non entrerà in vigore, respingendo così la direttiva del governo federale secondo cui nelle scuole pubbliche americane si potrà scegliere tra toilette maschili e femminili in base all’identità di genere e non a quella di nascita.
La legge che criminalizza la pratica dell’interruzione di gravidanza è stata approvata dal parlamento locale senza discussione o dibattito, con 33 voti a favore e 12 contro, tra cui un pugno di repubblicani che si è schierato con i democratici. “Credo che sia una funzione fondamentale del governo statale difendere la vita dall’inizio del concepimento”, ha spiegato il senatore repubblicano Natham Dah, promotore della legge. L’ultima parola spetta alla governatrice, Mary Fallin, anche lei repubblicana e anti abortista. Ha tempo sino a mercoledì prossimo per firmare la legge o mettere il veto.
Gli oppositori, tra cui il Centro per i diritti riproduttivi con base a New York, ritengono che si tratti di un provvedimento incostituzionale e l’Associazione dei medici dell’Oklahoma ha definito la nuova legge preoccupante e uno schiaffo ai fornitori di prestazioni mediche dello Stato.
Non è la prima volta che l’Oklahoma approva leggi restrittive sull’aborto, ma finora molte di esse non erano entrate in vigore, perché respinte dalla Corte suprema. Come quella che voleva costringere le donne a vedere un’ecografia del feto prima che fosse eseguito l’aborto.
La nuova iniziativa è senza precedenti. Altri Stati dell’Unione, infatti, hanno tentato di vietare l’aborto ma senza prevedere sanzioni. In questo caso, invece, il provvedimento prevede pene da uno a tre anni di detenzione. Facile prevedere che la legge, come pure quella contro i transgender, approderà alla Corte suprema, che finora è stata scomodata diverse volte in materia ma che ha sempre confermato la posizione del 1973.