SANTIAGO DEL CILE, 8 NOV – Pablo Neruda non è morto per avvelenamento. Le analisi su campioni dei resti di Neruda, il poeta cileno premio Nobel per la Letteratura morto quarant’anni fa, il 23 settembre 1973, non hanno rivelato tracce di avvelenamento: lo ha annunciato Patricio Bustos, responsabile del servizio medico legale cileno.
“Non sono stati trovati agenti chimici rilevanti che possano avere un legame con la morte del signor Pablo Neruda”, si legge nel rapporto preparato dagli specialisti che hanno analizzato i resti dello scrittore.
Gli esami hanno rilevato solo la presenza di un cancro alla prostata, che era stato dichiarato ufficialmente come causa della morte di Neruda, e dei medicinali usati dai suoi dottori per combatterlo. “Attraverso diverse tecniche complementari e è stata confermata l’esistenza di lesioni metastatiche in vari segmenti dello scheletro, che corrispondono alla malattia per la quale era stato trattato Neruda prima di morire, il 23 settembre del 1973 nella clinica Santa Maria di Santiago”, ha spiegato Bustos.
A quarant’anni dalla scomparsa di Neruda c’erano ancora dubbi sulle circostanze della morte di quello che è forse stato il più grande poeta in lingua spagnola del Novecento, avvenuta ufficialmente per cause naturali, nelle confuse giornate che seguirono il golpe militare dell’11 settembre 1973 in Cile.
Neruda morì il 23 settembre, dopo essere stato portato d’urgenza dalla sua casa – ora diventata un museo alla sua memoria – della Isla Negra, nell’Oceano Pacifico, a Santiago, dopo un’aggravamento delle condizioni di salute per un cancro alla prostata di cui soffriva il poeta, premio Nobel per la Letteratura nel 1971.
Il Partito Comunista cileno, al quale Neruda apparteneva, sostiene però da anni che in realtà il poeta è stato ucciso con un’iniezione letale da agenti della dittatura di Pinochet, in base alla testimonianza di Manuel Araya, che fu il suo autista ed assistente durante gli ultimi anni della sua vita.
Dopo l’apertura di una inchiesta da parte della magistratura cilena, i resti di Neruda sono stati riesumati nell’aprile scorso, per procedere a una serie di analisi in laboratori del Cile e degli Stati Uniti: i primi risultati, noti a maggio, avallano la tesi della morte naturale, ma i sostenitori dell’ipotesi dell’omicidio avevano chiesto di esaminare i risultati delle analisi in maniera dettagliata.
Nel frattempo, l’indagine sulla morte dell’intellettuale ha riportato a galla l’oscura figura di Michael Townley, ex agente della Cia noto in Italia per i suoi legami con gruppi neofascisti negli anni ’70-’80: secondo Araya, Townley era il misterioso “Dr. Price” che alcuni testimoni ricordano aver visto nell’ospedale di Santiago poco prima della morte di Neruda.