
NEW YORK – L’ex poliziotto Peter Liang non andrà in prigione per aver ucciso nel 2014 un uomo nero, disarmato e innocente, in un caso che ha attirato le accuse degli appassionati di ingiustizie razziali, manifestanti sia afroamericani che asiatici. Un giudice di Brooklyn ha infatti ordinato a Liang la libertà vigilata per cinque anni e il completamento di 800 ore di servizio alla comunità , dicendo che il poliziotto cinoamericano non ha mai avuto intenzione di sparare, tantomeno uccidere, Akai Gurley mentre pattugliava, con pistola in mano, una scalinata buia.
Liang era stato condannato a febbraio per omicidio colposo e cattiva condotta per aver sparato un colpo che rimbalzò su un muro e colpì Gurley al cuore, che era al piano di sotto. Liang avrebbe dovuto scontare fino a 15 anni di carcere, ma un procuratore di Brooklyn ha richiesto che l’ex poliziotto non venisse messo in prigione e così il giudice Danny Chun ha detto che il colpo è stato un incidente.
“Usare quella pistola e uccidere qualcuno probabilmente era l’ultima cosa che gli passava per la mente e probabilmente l’idea non gli è mai passata per la testa” ha detto Chun. “Non è stato un gesto intenzionale… Non ci sono prove, sia dirette che circostanziali, che l’imputato fosse a conoscenza della presenza di Akay Gurley”.
Non appena Chun ha emesso la sentenza, alcuni membri del pubblico in tribunale – in particolare gli amici e la famiglia di Gurley – si sono asciugati gli occhi e si sono stretti l’uno all’altro, con le teste verso il basso.
Fuori dal palazzo di giustizia, la famiglia e gli amici di Gurley sono stati travolti dai sostenitori che hanno provato a ripararli da curiosi . La zia di Gurley, Hertencia Petersen, più tardi ha detto ai giornalisti: “Non c’è giustizia”.
