Quel giorno, siamo nel 1998, Virginia doveva essere splendida, nella sua uniforme, minigonna bianca e maglietta tipo polo aderente aderente e bianca. Ghislaine Maxwell le propose di diventare massaggiatrice personale di Epstein e Virginia, desiderosa di un lavoro più redditizio e che le desse prospettivo migliori della guardarobiera, accettò subito, con la benedizione del padre. Quel che non sapeva era che Ghislaine, in realtà, reclutava ragazzine per i capricci sessuali del finanziere e si occupava di loro, un po’ come Nicole Minetti nel caso del nostro Silvio Berlusconi, che tanto ha sconvolto la stampa anglosassone. Però tutto il mondo è paese e anche in America e in Inghilterra si nascondono “gentleman” altrettanto malati e perversi.
Ghislaine Maxwell le disse quel giorno: cominciamo subito. Appena entrò nella stanza di Epstein, Virginia lo trovò completamente nudo. L’uomo cominciò a farle delle domande per sapere se fosse vergine e, una volta appurata la sua esperienza, le chiese di cominciare un massaggio che presto si trasformò in un atto sessuale.
Affascinata dal personaggio, dal glamour di quella vita e dai tanti soldi che si metteva da parte, la ragazzina subì le attenzioni del miliardario per ben quattro anni (tre dei quali da minorenne), seguendolo nei suoi viaggi e guadagnando decine di migliaia di dollari.
Epstein non è un personaggio banale. La sua è una storia molto mito americano. Figlio di un garagista di New York, dopo la laurea in matematica fece l’insegnante prima di scoprire che la sua abilità con i numeri poteva rendere molto se applicata alla finanza di Wall Street. Fu così che mise assieme i miliardi, di dollari.
Giorno dopo giorno, Epstein la “formò” come prostituta, educandola a compiacere i desideri sessuali dei suoi amici, a cui la “prestava” spesso. «Avevo paura di deluderlo e volevo dimostrargli che ero brava e che poteva fidarsi di me» ricorda oggi la donna, che all’epoca faceva parte di un vero e proprio harem. «Molte altre ragazze facevano il mio stesso lavoro alla sua “corte” e anch’io ricevo soldi extra quando riuscivo a reclutarne di nuove» racconta Virginia, che per sopportare tutto quello che oggi ricorda con disgusto come grande squallore cominciò ad usare lo Xanax.
Dopo alcuni anni di quella vita, Epstein portò Virginia in un viaggio, per incontrare architetti e arredatori tra Europa e Nord Africa, perché Epstein voleva rifare la casa in New Mexico. Spostandosi rigorosamente con il jet privato, furono sei settimane tra Parigi, Spagna, Tangeri e infine Londra. La ospitò Ghislaine. Il giorno dopo l’arrivo, Ghislaine svegliò Virginia, saltandole in letto tutta eccitata: “Per te è un grande giorno, dobbiamo fare shopping. HAi bisogno di un vestito, stasera andrai a ballare con un principe”. “Dovevo essere sorridente e brillante perché era il figlio della regina”, ricorda Virginia. Da Burberry le comprò una borsa da 5 mila sterline, in altre boutiques un paio di vestiti, un paio di jeans ricamati, un top rosa, un profumo e dei trucchi. Era il 5 marzo 2001. La data è abbastanza certa perché, senza aspettare verbali di procure, i giornalisti del Mail hanno fatto i loro compiti e hanno accertato che il 6 marzo 2001, giorno che nel racconto di Virginia segue l’incontro con Andrew, l’aereo di Epstein effettivamente partì da Londra per Parigi, proseguendo per Granada, Tangeri e di nuovo Londra per poi tornare a New York.
Ecco la scena del primo incontro. Bussano alla porta della casa di Ghislaine, entra Andrea: “Ci siamo baciati sulle guance, poi Ghislaine ha servito te e biscotti. Lei conosceva Sarah Ferguson e così hanno parlato con affetto delle figlie di Andrew”.
Poi Ghislaine chiese al principe quanti anni pensava avesse Virginia: “Lui rispose 17 e si misero a ridere assieme, dissero che stavo diventando troppo vecchia per i gusti di Epstein». La domanda non era banale, come ha imparato a sue spese Berlusconi. Infatti in Inghilterra l’età del consenso è 16 anni, mentre in Florida 18 e da questo derivano in larga parte i guai giudiziari dell’americano (con quelle di 14 anni sarebbe stato nei pasticci anche da noi) e la serenità del principe inglese.
Prosegue il racconto: i quattro andarono a cena e, subito dopo, da Tramp, in Jermyn street, frequentato da generazioni di nobili e ricchi inglesi, dove Virginia ballò con il principe. Tornata a casa, si fece scattare una fotografia con lui, per poterla mostrare alla madre e, oggi, al mondo intero.
Cosa successe dopo la foto non si sa. Il Mail si limita a riferire che “Ghislaine e Jeffrey ci lasciarono e più tardi Andrew se ne andò”. Cosa fecero il principe e la minorenne in quell’intervallo non ci è dato sapere. Però, il mattino dopo, a quanto oggi racconta Virginia, Ghislaine le disse: “Sei stata brava, si è divertita” e Epstein le diede 15 mila dollari, una quantità di denaro, commenta Virginia, “impressionante, più di quanto avessi mai guadagnato durante i precedenti viaggi con Epstein. Non mi disse perché, ma capii che avevo fatto tutto quello che lui si aspettava. Era molto soddisfatto”.