Autocensurarsi o diffondere le immagini con il Corano che brucia? Cosa faranno i media americani? Sono indecisi se scegliere la strada dell’oscuramento o l’altra che invece potrebbe alimentare violenze intereligiose. L’annuncio del pastore Terry Jones di incendiare il libro sacro dell’Islam per l’anniversario dell’11 settembre divide l’informazione.
L’Associated Press è stata il primo grande mezzo di informazione a scegliere per la strada dell’oscuramento. La maggiore agenzia di stampa americana ”non distribuirà le immagini e non fornirà descrizioni dettagliate di testo”, si legge in un memorandum allo staff reso noto dal sito online Politico.com.
”Copriamo la controversia ma non decideremo se andare in onda con il video fino a quando non lo vedremo”, ha detto un portavoce della Abc promettendo che le immagini ”saranno presentate nel contesto appropriato per il pubblico”. Anche la Cbs ”seguirà la storia mettendola nel suo contesto come faremmo per qualsiasi notizia”. Detto questo è un fatto che la crisi del rogo del Corano da parte di una chiesa estremista che conta appena una quarantina di fanatici è cresciuta anche perché alimentata dai media: ”Molti giornalisti sono d’accordo che le farneticazioni di un predicatore fanatico in Florida non dovrebbero essere in prima pagina in tutti gli Stati Uniti, né dovrebbero aprire i telegiornali nazionali”, ha scritto oggi uno dei più noti esperti di media, Michael Calderone.