Nuove difficoltà in vista per Roman Polanski, il regista franco-polacco che rischia di essere estradato negli Usa e condannato per lo stupro di una ragazza di 13 anni avvenuto nel 1977.
Un ex procuratore della contea di Los Angeles, David Wells, considerato essenziale nella difesa del regista, ha ammesso di avere mentito l’anno scorso in un documentario andato in onda sulla Hbo, una rete via cavo, affermando che il giudice del tribunale, deceduto nel frattempo, aveva deciso su suo diretto consiglio di condannare Polanski ad una pesantissima pena di carcere.
Polanski, i cui avvocati avevano patteggiato con il tribunale di Santa Monica ha sempre sostenuto di non essere tornato negli Usa perché il giudice Laurence Rittenband era pronto a mandarlo in carcere nonostante gli accordi fossero diversi, non rispettando così la parola presa.
Al “Los Angeles Times” Wells, che non è mai stato coinvolto direttamente nel processo ha semplicemente detto che «non era vero», precisando di avere detto la bugia perché convinto che il documentario non sarebbe mai stato proiettato negli Usa. Le ragioni del voltafaccia di Wells non sono chiare, come non è affatto chiara quale delle due versioni sia la vera. Fatto sta che Polanski ha perso un testimone essenziale: i suoi legali non possono più pretendere che un anche ex collega di Rittenband accusa l’ex presidente del tribunale di essersi comportato in maniera scorretta.
