MOSCA – Russia, strage in una miniera a Vorku, nella regione artica di Komi: 26 minatori e dieci soccorritori sono rimasti uccisi in tre esplosioni avvenute nei giorni scorsi a causa di alcune fughe di gas. I cadaveri non sono stati recuperati, ma secondo il direttore della miniera, Denis Paikin, considerati il livello di gas nelle gallerie e la traiettoria delle fiamme che continuano a divampare, tutti i dispersi sono presumibilmente morti. Al momento dell’esplosione, nella miniera si trovavano 110 minatori. Circa 80 sono stati tratti in salvo.
La prima esplosione si è verificata giovedì 25 febbraio per una fuga di metano, poi altre due nei giorni seguenti. Dopo l’esplosione innescata dalla fuga di gas la miniera è collassata.
Come ha spiegato Alexander Goncharenko, a capo di un comitato di controllo per le miniere,
“Dal materiale acquisito sino ad ora risulta che l’incidente sia stato provocato da cause naturali e da un evento geologico”.
L’incidente è il peggiore di questo genere nella storia russa recente. La miniera si trova nella città di Vorkuta, nella regione di Komi, in cui si trovava, in epoca sovietica, uno dei più temuti campi di lavoro, o gulag. Vorkutaugol è gestita dalla Severstal, del produttore di acciaio milionario Alexey Mordashov.
I PRECEDENTI – Gli incidenti in miniera sono abbastanza frequenti in Russia e negli altri Paesi dell’ex Unione Sovietica, dove molte delle infrastrutture non sono più state ristrutturate dopo l’era comunista.
Nel 2010 91 persone tra minatori e soccorritori sono rimasti uccisi in un’esplosione causata da una fuga di metano nella miniera Raspadskaya della regione siberiana di Kemerovo.
Due anni prima 110 persone sono morte nella miniera Ulyanovskaya, sempre in Kemerovo, in quello che è stato il peggior incidente minerario in Russia dal collasso dell’Unione Sovietica nel 1991.