Un accordo «senza precedenti nella storia delle relazioni tra i due Paesi» come Yanukovich stesso ha voluto sottolineare. Riferendosi alla complicata formula con la quale viene calcolato il prezzo del gas venduto all’Ucraina, il presidente ha detto che la Russia applicherà agli ucraini uno sconto di 100 dollari sul gas se il prezzo sarà maggiore di 330 dollari per mille metri cubi (tcm), o del 30% se il prezzo sarà minore di tale cifra. Kiev inizierà a importare 30 miliardi di metri cubi di gas nel 2010, salendo a 40 miliardi nel 2011. Anche l’Unione europea è interessata all’accordo, dal momento che riceve un quinto del suo gas dalla Russia tramite un gasdotto di proprietà ucraina.
Le due parti si sono accordate anche per estendere per 25 anni la presenza della flotta russa del Mar Nero nella base ucraina a Sebastopoli, nella penisola di Crimea. La flotta sarebbe dovuta andare via nel 2017 in base ad un accordo sottoscritto nel 1997. «Questo darà maggiori e migliori garanzie per la sicurezza europea nel bacino del Mar Nero», ha sottolineato Medvedev che ha inoltre promesso la firma di un accordo in base al quale la base militare russa contribuirà allo sviluppo socio-economico di Sebastopoli.
Non è chiaro al momento se il 25 anni decorreranno dal 2017 o da quest’anno. L’estensione della presenza della flotta russa è destinata a innescare critiche da parte dell’opposizione in Ucraina, che la considera una riduzione della sovranità nazionale.
La fedeltà alla Russia del nuovo leader ucraino è salda: nel corso degli ultimi mesi i due capi di Stato si sono riuniti già cinque volte. L’incontro di Kharkiv non era stato pianificato, ma è comunque diventato un appuntamento fondamentale come confermato dallo stesso Yanukovich: «siamo intenzionati ad adottare misure nuove per rafforzare il rapporto di partnership strategica tra i due Paesi».