Due giorni di divieto di balneazione causa squali. E’ quanto accade a Sharm el-Sheikh, la notissima stazione balneare del Mar Rosso ad alta frequentazione di turismo italiano, luogo di vacanza invernale per molti europei a causa del clima sempre mite. Il divieto è stato convalidato dopo due diversi attacchi da parte di squali bianchi che hanno avuto come vittime turisti russi. In uno dei due casi, le vittime stavano partecipando a un corso di sub, e l’istruttore, che ha assistito all’episodio, ha detto di essere riuscito ad allontanare l’animale, indirizzandogli contro le bolle d’aria del suo respiratore, ma solo quel tanto che basta affinché lo squalo colpisse le gambe di una dei due allievi. L’altro attacco ha invece colpito altri due turisti che stavano nuotando in superficie: i due bagnanti hanno ripotato ferite e contusioni alle braccia.
L’allarme ha scatenato inevitabilmete la caccia al colpevole Il ministero dell’Ambiente egiziano ha allestito una task force di 12 studiosi e subacquei che ha identificato e catturato lo squalo considerato responsabile degli attacchi. L’animale verrà studiato, prima di essere mummificato ed esposto nella Riserva Ras Mohamad, come monito perenne alla prudenza da parte dei turisti. Alcuni sub locali sono invece convinti che gli attacchi non siano arrivati da quell’esemplare, ma da un secondo catturato in seguito.
In ogni caso, a preoccupare tutti è l’anomalia di questi attacchi. Lo squalo pinna bianca del reef, di norma, non caccia nelle acque poco profonde e men che meno attacca oggetti o esseri viventi di grandi dimensioni. Il nuovo comportamento potrebbe essere causato da eccesso di confidenza con l’uomo, che come in tutti i parchi naturali tende ad alimentare gli animali selvatici nonostante i divieti, o da improvvisa penuria di pesce, che spinge i predatori a cercare soluzioni alternative.
