Marco Ansaldo per Repubblica spiega ciò che è stato detto nei confronti degli ebrei e di Israele nella conferenza stampa conclusiva dall’arcivescovo greco-melchita negli Stati Uniti, monsignor Cyrille Salim Bustros, presidente della commissione che ha redatto il messaggio finale- Conferenza stampa con la quale è terminato sabeto il Sinodo speciale sul Medio Oriente.
“Non c’è più un popolo eletto. Per noi cristiani non si può più parlare di Terra promessa per il popolo giudeo. La Terra promessa è tutta la terra. Non ci si può basare su questo per giustificare il ritorno degli ebrei in Israele e l’esilio dei palestinesi”. Dichiarazioni che non hanno trovato riscontro nel documento consegnato al Papa dai 185 padri sinodali, ma che rispecchiano comunque l’approccio dei vescovi cattolici mediorientali verso Israele nelle due settimane di lavoro appena concluse.
L’ultima giornata del Sinodo ha battuto infatti sullo stesso tasto. Con la richiesta alle Nazioni Unite di porre fine all’occupazione israeliana dei territori palestinesi. E l’esortazione agli ebrei a non fare della Bibbia uno strumento che giustifichi le ingiustizie. Il “ritorno dei rifugiati palestinesi alle loro case, abbandonate nei conflitti del 1948 e 1967, è stata una delle proposte approna Preoccupazione i patriarchi hanno poi manifestato per le iniziative unilaterali che rischiano di mutare la demografia e lo statuto di Gerusalemme, riferendosi alla costruzione di case nella parte est della città e agli sfratti forzati dei cittadini arabi”.
Tra le propositiones, cioè i suggerimenti dei padri sinodali, è anche figurato quello di “intensificare l’uso della lingua araba nel quadro delle istituzioni della Santa Sede e delle sue riunioni ufficiali”. L’auspicio finale è che “la soluzione dei due Stati diventi realtà e non resti un semplice”. L’ambasciatore israeliano presso la Santa Sede, Mordechai Lewy, parlando con Repubblica ha voluto fare un’attenta distinzione fra i testi ufficiali usciti dal Sinodo, e più precisamente tra le proposizioni (“di carattere teologico- pastorale”), il messaggio finale e la conferenza stampa di monsignor Bustros.