BEIRUT, 21 SET – Anche i somari sono vittime del regime siriano: è lo slogan del neonato Partito degli asini, fondato da un curdo-siriano rifugiatosi nel nord Iraq. L’annuncio è arrivato a poche ore dalla diffusione su Youtube di alcuni video amatoriali che mostrano membri delle forze fedeli al presidente Bashar al Assad sparare e uccidere numerosi asini in una imprecisata località del Paese.
“Si tratta di un vero e proprio massacro di asini”, ha detto Omar Kallul, intervistato dalla tv panaraba saudita al Arabiya. “Quel video mostra solo una delle uccisioni di massa di somari siriani”, quale rappresaglia del regime di Damasco contro contadini e allevatori solidali con l’ondata di proteste che scuote la Siria da oltre sei mesi.
Uno dei filmati mostra uomini in divisa mimetica disporre una ventina di asini in cima a un rialzo di terra e poi aprire il fuoco con mitragliatrici contro gli animali che si accasciano uno dopo l’altro a terra. Un miliziano lealista rincorre addirittura un asino che tenta di scampare al massacro.
Nelle settimane scorse, altri video amatoriali avevano mostrato analoghi crimini compiuti da forze fedeli ad al Assad contro mucche. Sin dai primi mesi della rivolta gli attivisti avevano inoltre denunciato le forze di sicurezza colpevoli di aver appiccato incendi contro i campi coltivati delle località più colpite dalla repressione.
La Siria è un Paese essenzialmente agricolo e tutte le principali città sono circondate da ampie regioni rurali. Secondo fonti degli attivisti sono oltre 3.000 le persone uccise in Siria dall’inizio delle proteste nel marzo scorso. Fonti Onu parlano di circa 2.700 uccisi. Solo oggi, secondo fonti degli attivisti, 13 persone sono state uccise, tra cui una donna, dalle forze lealiste nella regione di Homs, in quella nord-occidentale di Idlib e in uno dei sobborghi di Damasco.
Sui muri della sua residenza ad Arbil, nel nord-Iraq, Omar Kallul ha appese numerose foto che lo ritraggono in compagnia di asini, mentre all’esterno dell’abitazione l’attivista di 55 anni ha eretto alcuni pannelli in cui sono illustrate le ragioni della fondazione del “Partito degli asini”. “Può sembrare una provocazione – ha detto ai microfoni di al Arabiya – ma non lo è, perché quando uno Stato criminale come quello degli al Assad in Siria arriva a legittimare il massacro delle bestie da soma significa che sta sperimentando tutti i mezzi per ridurre al silenzio la propria gente”.
