Dopo un autunno vissuto con il panico del contagio, ora, a mesi di distanza, si guarda la pandemia suina per quello che è stata: una bolla mediatica più che un pericolo da bollino rosso per la salute mondiale. E come tutte le bolle, quando si sgonfia sono guai per tutti.
Guai economici innanzi tutto, che finalmente vengono quantificati: uno sperpero di denaro pubblico che, nella sola Italia, è stato di 100 milioni di euro. Secondo l’Agenzia europea del farmaco sono state 179 milioni le dosi di vaccino acquistate nel vecchio continente: ma quelle effettivamente utilizzate sono state solo il 20%. Il nostro ministero della Salute aveva acquistato 12 milioni di dosi, ma ne sono state somministrate solo 1 milione.
Cifre di uno spreco da record che assumono il sapore della beffa se si pensa che solo ieri dalla Gran Bretagna è arrivata un’accusa pesante all’Organizzazione mondiale della Sanità: avrebbe “montato” il caso pandemia per favorire gli affari delle industrie farmaceutiche.
A distanza di tempo il ministro della Salute Ferruccio Fazio, in un’intervista alla Stampa, dice: “Rifarei tutto, non ho nulla di cui pentirmi”. E prende le distanze da ogni eventuale accusa: “Tutti i governi hanno avuto indicazioni precise dall’Oms, era questo il suo ruolo. Se verranno verificate anomalie questo non riguarda gli Stati che ricevevano queste indicazioni”.
Un enorme conflitto di interesse, quello tra alcuni dirigenti dell’Oms che, parallelamente, avevano legami con l’industria farmaceutica. E’ questa l’accusa dell’epidemiologo americano Tom Jefferson, che accusa l’Oms anche di scarsa chiarezza: “Si rifiuta di rispondere, dando la colpa a errori di comunicazione che hanno prodotto il fiorire di teorie del complotto”.
E avverte: il copione potrebbe ripetersi, invariato, alla prossima emergenza. Quando? Tra 297 giorni, meno di un anno, quando sarebbe in arrivo la prossima pandemia.